Per me scrivere è un cosa seria. E' molto che non scrivo un nuovo post anche perchè non trovo le parole. Capisco che sembri esagerato..."non ci vorrà mica l'ispirazione per scrivere due robe su un blog?", ma per scrivere è necessario avere qualcosa di chiaro in mente e sentire l'esigenza totale di dirlo.
A scuola ad esempio cosa facciamo? Troppo spesso facciamo scrivere perchè si deve scrivere, cioè senza legare la scrittura a qualche bisogno reale: una richiesta, una confessione, anche solo la voglia di giocare, una protesta, un concorso, una corrispondenza con qualcuno in carne ed ossa. A scuola si scrive perchè bisogna fare il tema e avere il voto, perchè è bene che scrivano (e sono il primo a riconoscerlo), ma le motivazioni finiscono qua. Un po' poco.
Ho chiesto alla terza, dopo un percorso di un mese, di scrivere un tema dal titolo "Chi sono io?". La mia motivazione era quella di spingerli ad approfondire la conoscenza di se stessi, in vista di una scelta, quella delle scuole superiori, che a quest'età risulta spesso molto complicata. Ma anche qui, dal loro punto di vista, in realtà, non c'era alcuna motivazione concreta, se non quella di autoconfessarsi e parlare di sè. Ma a chi? Solo al prof.? Un po' poco.
Prima di cominciare a correggerli mi sono tornati a galla tutta una serie di dubbi...avrò fatto bene a fare ancora questa cosa? non sarà mica qualcosa di vecchio? Non era meglio farli presentare con un power point o un video? Poi ho iniziato a leggere, e ho capito che forse, almeno stavolta, non avevo sbagliato. Ho capito ancora una volta che bisogna lasciare spazio, lasciare spazio per lasciare che accada qualcosa di imprevisto, lasciare spazio per permettere a loro di stupirti. Vi riporto qualche frase: toccano, fanno ridere, colpiscono.
Mmmh...come inizio? questa domanda ora in classe se la stanno ponendo tutti, ma la domanda più importante è "Chi sono io?"
Io la felicità me la immagino così: è estate, i compiti li hai fatti e non hai problemi, sei al parco vicino alla rete di pallavolo mentre c'è il tramonto con la tua amica e altre persone che non aspettavi e stai ridendo, senza pensieri.
Io spesso quando sono ammalato/a sogno delle figure strane che si rimpiccioliscono e si ingrandiscono.
...ero abituato/a a trascorrere la mia vita in un altro mondo in cui le persone parlavano un'altra lingua e quando anche io ho iniziato a parlare come le persone che incontravo per strada mi sono subito emozionato/a.
...e ho un'altra parte di me che nascondo, cioè quella che vuole correre e uscire.
Di me, nascondo me.
A me il cinema piace perchè è magico e pieno di fantastiche idee.
Il ricordo che mi viene sempre in testa quando penso al mio passato è l'immagine di mio padre che torna a casa.
Le medie non mi hanno portato felicità, ma non mi soffermo troppo sulla tristezza.
Io non mi sono mai innamorato/a, e quando succederà, come diceva mia nonna: "Quando sarà ora, fai come i triestini con la pioggia, lascia che piova!"
La mia rabbia è come contenuta in una scatola di vetro che si può rompere.
La rabbia è un fuoco che mi sento dentro, si accumula sempre di più finché non scoppio, allora lì io divento ingestibile.
...un giorno un mio compagno mi ha provocato e io gli ho tirato tre calci nel sedere (ed è in questo modo che avviene la rabbia).
Io i miei genitori li ammiro tanto, lavorano tantissimo per farci avere quello che vogliamo, e io mi voglio impegnare tanto per renderli fieri
Io con le persone che conosco da tempo nascondo due cose: la mia timidezza e il fatto che mi imbarazzo per tutto, pure per chiedere informazioni!
Il mio rapporto con i genitori è buono, anche se non capiscono che ormai sono cresciuto, e pur vedendomi cresciuto fuori, pensano ancora che sia bambino/a dentro, e mi trattano da tale.
C'è una parte di me che forse neanche il/la mio/a migliore amico/a conosce ed è la mia parte ribelle che mostro soprattutto in casa e che molte volte mi mette nei guai.
...l'amore che stava già diminuendo, si interruppe con una frase dal tono apparentemente dolce, però con una punta di amarezza che solo io ho notato.
La parte di me che nascondo a scuola è la mia parte pazza, creativa.
Il sogno che faccio spesso è quello di vivere nel mondo reale dentro a un sogno.
La mia vita è stata una vita difficile ma felice, a volte con momenti tristi, molto tristi, ma sono quelli i veri momenti che ti cambiano la vita.
I momenti felici si svolgono mentre noi non ce ne accorgiamo.
Mentre i momenti tristi sono qualcosa di grande, perchè ti rimangono e ti rimarranno per sempre dentro rendendoti più forte, ma con qualcosa di vuoto dentro.
Ma in fondo se non esistessero i momenti tristi non sapremmo mai cos'è la vera felicità
(prof. questo pezzo non lo rileggo sennò mi metto a piangere)
Non mi trucco quasi mai perchè non mi entusiasma
Se mi truccassi tutti i giorni non mi vedrei più bene da struccata
Il mio sogno è quello di volare, spesso a scuola inizio a volare a caso e scappo dalla scuola tutto/a felice e contento/a.
Io quando faccio qualcosa per qualcuno e lui/lei mi ringrazia dicendo "grazie mille" sono proprio al "settimo cielo", rifarei quella cosa altre mille volte dopo che mi ha ringraziato in quel modo.
La mia paura più grande è di non essere mai abbastanza
Io non piango con gli occhi ma con il cuore.
La paura che mi tormenta è quella della morte.
Ho paura di morire di rimpianti, ecco.
Spesso rispondo male a mia madre, dopo me ne pento, ma in quel momento mi viene spontaneo, un "ti voglio bene" ci starebbe dopo il litigio ma non riesco a dirglielo.
...ah prof, comunque il tema l'ho fatto perchè era obbligatorio, ma alla fin fine non è stato così male.
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