E finalmente Chiara (2A) si è decisa e ha scritto al pc il suo racconto...brava! Per complicare le cose, ispirandosi a uno dei mille racconti che legge ogni giorno, ha deciso di cambiare il narratore all'interno del testo: prima inizia Andrew, poi Meg, poi torna Andrew. Per rendere più agevole la lettura abbiamo deciso assieme di segnalare i punti in cui avviene questo cambio. Ecco qua!!
Un’avventura
inaspettata
Andrew
Ciao ragazzi sono Andrew
e ho 16 anni. Vi racconterò questa storia in cui ho rischiato di rimanerci
secco! Purtroppo con me ci sarà anche mia sorella Meg di 14 anni.
E’ iniziato tutto la sera
del 14 giugno, mentre io e mia sorella salutavamo la mamma per avviarci al
ballo di fine anno scolastico. Io per quella occasione mi ero vestito con una camicia
bianca, jeans e sneakers. I miei capelli castani erano ancora bagnati dalla
doccia.
Mia sorella invece
indossava un vestito corto, color verde scuro senza spalline ricoperto di
paillettes, i suoi capelli biondi le cadevano sulle spalle con le meches verdi
che si intonavano ai suoi occhi. Quel
giorno miracolosamente non calzava i suoi soliti anfibi ma le ballerine
argentate! Mi costa ammetterlo ma era proprio carina!
Durante il tragitto a
piedi, ad un certo punto, per strada dall’altro lato del marciapiede mi parve
di vedere qualcosa muoversi e allora mi fermai e cercai di guardare meglio, ma
non vidi nulla di stano. Meg mi strattonò e mi disse: “Dai muoviti che se no
faremo tardi!”
“Arrivo! Mi pareva di aver visto … non importa, dai andiamo.” Risposi.
Alla fine arrivammo
giusto in tempo al ballo e subito io e mia sorella ci separammo, finalmente!
Ognuno andò dai propri amici.
Meg
Mentre stavo ballando
sentii il cellulare squillare: era la mamma. Risposi. La mamma disse: “Meg, tu
ed Andrew non dovete tornare a casa, è troppo pericoloso. Cercate
immediatamente zio Chris e ditegli che lui
mi ha trovata. Lo zio sa chi. Tu Meg devi stare attenta all’anello di famiglia
che ti ho dato per il tuo quattordicesimo compleanno, tienilo sempre con te,
perché…”
All’improvviso ci fu un
rumore sordo e la chiamata finì. Andai subito a cercare Andrew e lo trovai a
ballare con la ragazza più bella della scuola: Rachel.
Lo chiamai e gli dissi:
“Vieni immediatamente, devo dirti una cosa!”
Lui rispose: “Devo proprio? Non vedi che sto ballando?!”
Io lo presi per un
braccio e lo trascinai in un angolo zittendolo più volte e gli raccontai della
telefonata. Lui rimase scioccato e disse: “Ma chi ha trovato la mamma?”
“Non lo so, ma
evidentemente lo zio Chris lo sa, dobbiamo assolutamente incontrarlo. Però
prima dobbiamo andare a casa”. Andrew disse. “Meg, ma sei impazzita, ha sentito
cosa ha detto la mamma?! Sul fatto di non andare a casa ?!” “Io vado, se tu
vuoi venire bene, altrimenti me la caverò da sola”. Risposi.
Arrivati davanti a casa
trovammo la porta socchiusa. Il mio cuore iniziò a battere all’impazzata, però
mi feci coraggio ed entrammo. Dovetti trattenere le lacrime: la casa era a
soqquadro e la mamma non c’era. Guardai Andrew e gli dissi: “Prendiamo le cose
che si servono, cambiamoci per non dare nell’occhio, e andiamo a Brooklyn a
trovare zio Chris, non perdiamo altro tempo!”
Indossai una T-shirt
bianca, jeans, giubbotto di pelle e i miei amatissimi anfibi e in spalla uno
zaino con qualche vestito, cellulare, acqua, snack e soldi. Mio fratello invece
indossava una felpa blu con cappuccio, jeans e le sue amatissime sneakers nere.
Uscimmo velocemente di
casa e dopo aver aspettato un po’ finalmente trovammo un taxi per Brooklyn.
Arrivati ci trovammo nel quartiere di Williamsburg davanti a una casa
indipendente. Io ed Andrew ci precipitammo fuori dal taxi e ci avvicinammo alla
porta e suonai il campanello. Dopo qualche secondo la porta si aprì e ci
trovammo davanti zio Chris. Ci salutò calorosamente dicendo: “Ciao ragazzi come
va? Come mai siete qui a quest’ora da soli?”
“La mamma è stata rapita
da qualcuno e nella telefonata ha detto che tu sapevi chi è stato, allora
eccoci qua” disse Andrew. Lo zio ci fece accomodare in cucina offrendoci del
succo Ace che accettammo volentieri e disse: “Sapevo che prima o poi sarebbe
successo, sarà contenta che il suo piano sia riuscito.”
Un po’ scioccata gli chiesi: “Chi l’ha rapita, quale
era il suo piano, di cosa stai parlando?”
“Penso che voi dobbiate saperlo” disse lo zio. Bevve un sorso di succo e
ricominciò a parlare: “L’ha rapita l’altro vostro zio. Zio Amos.”
Andrew con un fil di voce disse: “Ma perché l’ha rapita? E’ sua sorella.”
“E’ vero, ma Amos è psicopatico, lui ha rapito vostra madre perché credeva che
avesse una cosa che desiderava da molto, molto tempo, il tuo anello Meg.”
Io scioccata e confusa
dissi: “Cosa? Ma che cosa avrebbe di speciale il mio anello? Perché zio Amos lo
vuole? Ma soprattutto perché ha rapito la mamma se ce l’ho io?”
Lo zio rispose: “Perché
l’anello ha il potere di evocare elfi e creature magiche ed è molto potente. Ad
Amos serve per combinare questo potere a quello di evocare scheletri per essere
invincibile. Ha rapito vostra madre e non Meg perché anche lei ha quell’anello,
solo che il suo è una copia. Vostra madre l’aveva creato per proteggerti Meg.
Amos però non è stupido, probabilmente l’avrà scoperto e sicuramente vi avrà
seguiti.”
Ero sconvolta, cercai di
dire qualcosa, ma non ce la feci e così Andrew mi precedette e disse: “Ecco
cosa avevo visto per strada… ma comunque…cosa?? Elfi, creature magiche sono
solo creature fantastiche per rendere le fiabe per bambini più interessanti.
Non è vero?”
Lo zio con sguardo gentile rispose: “No, Andrew queste
creature esistono veramente guarda me, io sono un mago.”
“Cosa?” rispondemmo io ed Andrew all’unisono.
“Sì veramente” disse lo zio, e per dimostrarcelo trasformò il gatto Snow in un
magnifico pegaso.
Ero impressionata e dissi: “Wow forte, però adesso che ci hai spiegato tutto
dobbiamo capire come salvare la mamma e fermare zio Amos.”
“Hai ragione Meg, prima di tutto dovrò allenarvi. Tu Meg dovrai imparare ad
usare l’anello, mentre tu Andrew dovrai imparare a padroneggiare questa.” E
prese ad Andrew una magnifica spada dall’elsa d’oro e la lama lunga 60 cm.
Lo zio ci spiegò che questa spada si poteva trasformare, con la forza del
pensiero, in un arco per colpire a distanza e in una spilla per camuffarsi. Lo
zio ci disse: “E’ meglio se voi adesso andate a riposarvi, domani incominceremo
gli allenamenti.” Io ed Andrew andammo ognuno nelle proprie stanze.
Andrew
Meg dormì senza problemi
mentre io feci un sogno dove la mammi mi diceva: “Andrew, lo zio Amos mi tiene
rinchiusa sotto un edificio vicino a Park Slope. Dovete raggiungere il suo
seminterrato e trovare una piccola porticina dove dentro troverete un corridoio
con una porta. Dovrete superare tre sfide in un labirinto per poi trovare me e
zio Amos.” Io sbalordito risposi: “Mamma,
ma come facciamo a sconfiggerlo, io non so ancora usare la spada.” Lei disse: “Avete tempo fino a mezzogiorno di
dopodomani, altrimenti Amos manderà il suo esercito di scheletri ad uccidervi e
poi ucciderà anche me. So che ce la potete fare, zio Chris vi aiuterà” e
dicendo questo mia madre sparì e io mi svegliai tutto sudato e molto in ansia.
Erano già le undici del mattino. Mi alzai, mi vestii velocemente e andai in
salotto e trovai Meg e Chris che stavano chiacchierando. Quando si accorsero
della mia presenza Meg disse: “Ben svegliato dormiglione!” Io le risposi:
“Scusate è che ho avuto un sogno molto lungo in cui la mamma mi parlava.”
Così gli raccontai il
sogno. Rimasero tutti e due molto sorpresi e dopo qualche secondo di silenzio
lo zio parlò: “Sicuramente si è trattato di un sogno premonitore, seguiremo le
sue indicazioni, dobbiamo muoverci, abbiamo poco più di ventiquattro ore per
prepararci.
Ci portò in una palestra sotto casa sua, era molto grande e luminosa.
Mi insegnò come impugnare la spada e come padroneggiarla. All’inizio mi sembrò
difficile, ma poi ci presi la mano. I miei colpi con la spada erano molto
veloci. Poi mi insegnò a tirare con l’arco e scoprii che con esso ero un mito, non
sbagliavo un colpo! Infine, soddisfatto del mio allenamento e del mio livello,
si concentrò su Meg che doveva imparare ad usare i poteri dell’anello.
All’inizio Meg riuscì a far fuoriuscire solo scintille. Si vedeva che per
questo era molto di cattivo umore, allora lo zio propose di fare una pausa.
Dopo esserci riposati riprendemmo l’allenamento e al primo tentativo mia
sorella riuscì ad evocare un elfo molto gentile che eseguiva i suoi ordini.
Verso le 20.00 cenammo e
dopo rimanemmo alzati fino a tardi. Lo zio ci riprese e disse che era meglio se
andavamo a dormire, ci aspettava una mattinata piena di insidie. Questa volta
dormii senza sognare e mi alzai alle 9:30 in contemporanea con Meg.
Lo zio disse: “Ragazzi
dobbiamo partire subito per andare a Park Slope, trovare l’edificio, superare
le sfide e infine sconfiggere Amos e
salvare vostra madre entro le 12:00. Usammo la macchina di zio Chris: era una
bellissima BMW grigia, era molto veloce. Arrivammo in trenta minuti.
Parcheggiata l’auto davanti all’edificio entrammo. Era buio pesto e questo lo rendeva
inquietante. Trovammo delle scale che portavano al seminterrato. Scendemmo le
scale velocemente e proprio come aveva detto la mamma c’era una porticina. La
aprimmo e comparve una porta, entrammo e apparve un labirinto di bosso con
siepi alte e ben curate. Decidemmo così di proseguire e dopo neanche venti
metri ci trovammo davanti ad un grandissimo e profondissimo cratere pieno di
lava. Era impossibile attraversarlo e allora dissi: “E adesso cosa facciamo? La
strada è bloccata.” Meg rispose: “Ho un’idea, potrei chiamare dei nani in modo
che possano costruirci un solido ponte per attraversare il cratere.” E così
fece e funzionò. I nani costruirono un ponte fantastico.
Dopo aver camminato
ancora per un po’ ci trovammo davanti ad un esercito di ripugnanti scheletri
volanti. Io rimasi imbambolato per circa dieci secondi e poi sentii la voce di
Meg che diceva: “Dai muoviti questo è il tuo momento, usa l’arco.” Così
trasformai la spilla in arco con la forza del pensiero. Presi venti frecce
dalla mia faretra e le scoccai: li uccisi tutti. Dopo la seconda sfida ce ne fu
una terza: davanti a noi si ergeva un enorme e possente scheletro,
probabilmente il re. I suoi occhi erano grandi due volti le palle da football
ed erano neri come la notte, in mano aveva una lunghissima spada fatta di ossa.
Lo scheletro era
veramente inquietante. Esso dopo averci studiato disse: “Voglio proporvi un
duello: se vincete, cosa alquanto impossibile, potrete continuare il tragitto
fino al centro del labirinto, altrimenti se perderete diventerete il mio
pranzo.”
Parlammo tra di noi e
decidemmo che zio Chris avrebbe duellato con lo scheletro. Ci vollero pochi
colpi veloci e decisi per lo zio, che fortunatamente lo uccise.
Lo zio disse: “Ragazzi
abbiamo due minuti per arrivare al centro del labirinto, muoviamoci!” Non
perdendo altro tempo ci mettemmo a correre e ad un certo punto ci trovammo
davanti ad una stanza enorme con colonne di marmo bianche e dei focolari. In
fondo c’era un trono di ossa su cui sedeva un uomo. Ad un certo punto sentii
una voce dietro di me: era zio Chris che disse, con disprezzo: “Amos, da quanto
non ti si vede.” Amos rispose: “Benvenuto Chris, ti piace la mia dimora?
Pensavo che non sareste arrivati, invece eccovi qua! E ciao Andrew e Meg, come
va? Venite da zio Amos, non vi farò del male, voglio solo una cosuccia.”
Meg rispose:” Non
prendermi in giro, so cosa vuoi e so anche che non ti fermerai davanti a
niente, e neanche io quindi consegnami mia madre immediatamente, oppure vedrai
l’anello rompersi davanti ai tuoi occhi.” Lo zio Amos stupito disse: “Non puoi
farlo è un oggetto dal valore inestimabile, ma va bene vi consegnerò vostra
madre.”
All’improvviso comparvero due guardie con la mamma
legata, la gettarono in mezzo alla stanza come fosse spazzatura. Io le corsi in
contro e nello stesso istante zio Amos si alzò e incominciò a correre verso Meg
con la spada in mano. Meg ormai esperta evocò elfi, fate e nani che fermarono
zio Amos e in quell’istante zio Chris gli tirò un pugno in faccia che lo fece
svenire e poi lo legò con la corda che prima legava la mamma. La mamma riuscì
solo a ringraziarci e a dirci che era fiera di noi per poi svenire.
Portammo a casa la mamma che venne curata da zio Chris. Lo zio Amos lo
rinchiudemmo in una cella sorvegliata.
La stessa sera la mamma si risvegliò e così andammo fuori a cena. Mentre
cenavamo vedevo che Meg era pensierosa, non parlava molto. Allora decisi di
parlarle in privato. Le chiesi cosa non andasse e lei mi rispose dicendo: “Stavo
pensando che il mio anello ha causato tanti problemi alla nostra famiglia,
forse sarebbe meglio distruggerlo.”
“Perché? Ormai hai imparato ad usarlo.” Lei rispose: “Sì è vero lo so usare,
però secondo me sarebbe pericoloso tenerlo, magari qualcun altro cercherà di
prenderlo, proviamo a parlarne con zio Chris e mamma.”
Tornati al tavolo Meg
spiegò la sua idea di distruggere l’anello, dopo qualche riflessione lo zio e
la mamma le diedero ragione. Decisero che andava distrutto quella sera stessa.
Tornati a casa mettemmo l’anello sul tavolo e Meg con la mia spada lo tagliò in
due, ci fu una piccola esplosione e l’anello sparì.
L’idea di Meg era stata
buona perché nei mesi successivi cercarono l’anello ma non lo trovarono. Io e
Meg ci specializzammo in vari tipi di magia, eravamo diventati, dopo un po’ di
pratica, maghi professionisti!