In 3A si respirano atmosfere particolari, momenti spensierati ed intensi allo stesso tempo, momenti di condivisione profonda che fanno emozionare tutti quelli che si trovano là dentro. In questi anni si è sviluppata un’incredibile abitudine alla scrittura, abitudine che da settembre ho cercato di indirizzare verso l’autoanalisi. Parlare di sé è molto difficile: ci sono cose che non vogliamo sapere, gli adulti lo sanno molto bene, figuriamoci se vogliamo vederle comparire sul foglio davanti a noi. Ma forse non c’è niente di più importante. Conosci te stesso: altra verità sotto apparente forma di banalità, altro granello supermassiccio, quasi un potenziale buco nero. Ma di fronte a questo rischio, loro non hanno avuto paura, e hanno saputo affrontare anche questioni personalissime: devo solo ringraziarli per essersi fidati di me. Perché scrivere questo tema non era riempire di sfoghi il proprio diario personale, per poi chiuderlo col lucchetto e nasconderlo nel comodino. Bisognava costruire un testo vero e proprio, parlando di se stessi, e sapendo che io l’avrei letto.
Quando in classe abbiamo letto le
frasi che avevo selezionato, alcuni erano increduli…non sembra che le abbiamo
scritte noi. Ed era vero, come vedrete, ci sono frasi che non sembrano
provenire da quell’età, e non sono affatto copiate da un repertorio retorico di
frasi ad effetto, sono parole vere, le loro. Sarebbe bene che a scuola qualcuno
si incaricasse sempre di ascoltarle, ma forse, per ascoltare ci vuole davvero
un po’ di amore: allora finalmente saremmo noi ad imparare qualcosa.
Sinceramente neanche io so chi sono, è difficile da spiegare.
Partendo dal fatto che io sono io e sul tema non so cosa scrivere, provo a raccontare qualcosa con il cuore
La cosa peggiore per me sono le persone che non riescono ad essere profonde
A volte si ha bisogno di qualcosa che ti ferisca, solo per svegliarti e concentrarti su te stesso, ed è in quel momento che scegli che tipo di persona vuoi diventare.
Devo dire che scrivere è più liberatorio di quello che si pensi
Ai miei genitori vorrei dire che mi dispiace non essere un figlio modello
I pregiudizi, si sa, sono una brutta bestia
La cosa che faccio più fatica a raccontare è l’amore. Io non so se quello che proviamo noi ragazzi sia la stessa cosa che provano gli adulti; e secondo me è una cosa molto strana, perché è un po’ una cosa che ci immaginiamo noi dell’altra persona, un’immagine che ci facciamo e che gli altri non capiscono.
La mia più grande paura è la morte, ogni giorno ti avvicini sempre di più, non sai quando, non sai come e non sai il perché. La morte la puoi trovare dappertutto.
Masticare quella neve era come coccolare un husky nei paesi baltici, con i suoi occhi che cercano di mostrare aggressività e freddezza, ma che in realtà contengono all’interno un falò caldo con un cuore ripieno di cioccolato caldo paragonabile alle caramelle dentro la sacca della befana […]. Sono una persona molto poetica quando scrivo, anche se il prof. Zamò mi ha chiesto di cercare di essere meno poetica…
Io piango sempre, praticamente ogni volta che sono nel letto e sto per andare a dormire, perché ho sempre dei rimpianti che mi rimangono nel petto e che aspettano solo di uscire dai mie piccoli occhi.
Ecco come sono io, speriamo che i mie lati bui si trasformino in cose belle.
Mi sono innamorata tante volte ma non sono mai stata amata da qualcuno e questa cosa mi fa sentire triste. […] sento in questo momento della mia vita che ho bisogno di avere una persona che mi capisca e che mi voglia bene per quella che sono.
La mia passione più grande? Credo sia far felice la gente. Mi fa sentire bene anche se magari le altre persone non ricambiano. E’ bello far sorridere qualcuno.
L’amore è un vero e proprio dono della vita, io mi sono innamorato e tuttora sono innamorato ed è una cosa fantastica, è veramente figo innamorarsi…
Desidero un mio figlio da amare incondizionatamente
Quando ti innamori di una persona devi andare oltre l’estetica per affondare nel suo abisso
Per me la difficoltà più grande è uscire dal guscio
A parere mio, per gli altri sono come google (non perché so tutto), mi cercano quando gli servo e basta
…comincio a dire che di me nascondo delle persone che mi vivono dentro. Sono diverse ma tre si fanno sentire più delle altre, le ho selezionate per colore, e purtroppo hanno un nome.
Per essere felice mi bastano due sci o un crampo al polpaccio…
Visto che mi piacciono le lingue straniere, la mia passione è abbastanza complessa: vorrei uno stato che avesse come lingua ufficiale il latino
Voglio vivere senza debiti e senza rimpianti
La mia rabbia non si scatena quasi mai, ed è meglio così, perché potrei fare dei guai, quando mi arrabbio sento una sensazione di caldo che proviene da dentro e una potenza
Se mi rimanessero dieci ore di vita io farei tutto quello che non ho potuto fare, prima infrangerei qualche legge poi direi addio a tutte le persone che conosco e andrei a pescare, perché pescare mi farebbe riflettere sulla vita, su come l’ho trascorsa, ripenserei all’amore che non ho potuto tirare fuori…
I miei interessi e i miei punti di vista sono strani per la maggior parte delle persone che ho incontrato, però un uomo senza difetti è una montagna senza crepacci.
Non ci sono problemi, per me, non vedo nulla di sbagliato, una persona è libera di amare chi vuole, che sia donna o uomo, e di credere in un altro Dio, non sentendosi mai giudicato ma libero di essere se stesso e di avere le stesse possibilità degli altri
Tutti sono liberi di volare e di non cadere mai
I miei pensieri che alle volte pensano troppo di stare nel giusto, anche se stanno nel torto di una conversazione ormai passata, i miei pensieri vagano nell’imbarazzo…
Adesso che ho scritto tutto questo papiro il prof potrà sapere tutto di me
Finalmente ho finito, e non mi dica che è troppo corto, perché non ho nient’altro da dire
Non riesco a pensare che la mia classe si scioglierà così facilmente e odio separarmi dal divertimento che c’è in classe, quel ridere, quelle litigate, sono tutte cose che finiranno.
Ecco, appunto.
"Lo dico con un senso di amarezza, per dimostrare come i muri della classe e gli edifici scolastici, fatti come prigioni, restringano l'apertura mentale degli insegnanti e impediscano di vedere gli elementi essenziali dell'educazione. Il loro lavoro prende in considerazione solo la parte del bambino che sta al di sopra del collo; e necessariamente, la parte vitale del bambino, quella emotiva, rimane per costoro territorio straniero."
Alexander S. Neill