domenica 2 dicembre 2018

La Poesia di Chiara Z. - IIA

Chiara mi ha fregato, devo ammetterlo. Fra poco arriverà il post sul testo libero e lei, prima ancora di saperlo, ha scritto una poesia e ha voluto leggerla in classe. Si vede che proprio doveva scriverla.
Stavamo facendo una lezione sulle caratteristiche del testo poetico che, sono io il primo a dirlo, non pareva entusiasmare la classe (quando scoprirò come rendere proprio tutto appassionante ve lo faccio sapere...), quando Chiara se n'è uscita con "posso leggere la mia poesia?" (allora forse la lezione aveva smosso qualcosa...o no?), e a quel punto, facendo finta di non essere molto soddisfatto, ho risposto ovviamente di sì.


LA MORTE

La morte è cupa e tenebrosa
                      è un’ombra 
che ti cerca dalla nascita.
Poi un giorno
ti abbraccia, ti accoglie.
Col suo abbraccio
ti fa scomparire,
polvere e silenzio porta la morte.
Con un sospiro passi nell’altro mondo
e il tuo dolore finalmente finisce.

Non è esattamente un'inno alla vita e per questo appena l'ho sentita ho istintivamente avuto qualche dubbio sulla sua pubblicazione, ma poi son tornato sulla retta via. Perchè mai non avrei dovuto? Perchè parla della morte? Perchè con i ragazzi non bisogna parlare di certe cose? Non sono d'accordo. Questa è una libera espressione, fra l'altro pensata e ragionata, non buttata lì a caso (e per questo è una poesia), di quello che uno di loro ha sentito nel momento in cui scriveva. Invece di proibire, dovremmo molto spesso ascoltare. Non c'è affatto il desiderio di morire, ci sono invece tantissime altre cose e provo a spiegarne alcune, almeno quelle che vedo io. Innanzitutto nella scelta del tema c'è l'influenza dei modelli letterari: di certo le letture thriller-vampiresche (passatemi il neologismo) hanno avuto il loro peso. E poi c'è una cosa, la più importante, che gli adulti spesso sottovalutano: avere 12-13-14 anni non è mica facile. I problemi che a noi grandi appaiono piccoli, per loro possono essere insormontabili e a volte è inutile cercare di sminuire (anche io spesso uso l'ironia), forse è il caso di prenderli sul serio, di farli esprimere (ecco perchè -con il consenso dei genitori- ho pubblicato la poesia), di ascoltarli appunto. 
E ancora (poi basta, prometto), il tema della morte come liberatrice, come strumento che mette fine al dolore di vivere è un tema classico della poesia novecentesca. Citiamo solo Ungaretti con "la morte/si sconta/vivendo" e Saba con "Ed è il pensiero/della morte che, in fine, aiuta a vivere" (e questa l'abbiamo anche letta in classe, magari l'ispirazione arriva anche da qui?)

Blog La mia classe - Scuola Media Buttrio


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