giovedì 9 giugno 2022

Il gran giuoco antico dell'Osservaboschi

Potevamo abbandonare per sempre il Parco di Villa Florio, senza un'ultima avventura? Certo, ma non ho voluto farlo. E per questo ci è venuto in soccorso Il gran giuoco antico dell'Osservaboschi (marchio registrato dal prof. Zamò...). 

A farla semplice parrebbe di aver sguinzagliato 16 (pre)adolescenti per un parco, senza scopo alcuno se non quello di far passare la giornata, ma non è proprio così. Non vorrei farla lunga, ma qualche motivazione di natura didattica c'era anche stavolta. 

Primo aspetto: la forza della ricerca. Date qualcosa da cercare e le menti si attiveranno, gli occhi brilleranno e le forze si coaguleranno per raggiungere il risultato. Date qualcosa di bello e pronto, dove non c'è nulla di scoprire, e sentirete (se ascoltate attentamente) che manca qualcosa. Ecco allora un elenco, redatto (almeno spero) con criteri botanici o quasi, che indicava cosa cercare...

Sì, ottimo, ma come fare se non sappiamo cosa sono "ste robe"? Ed ecco il secondo aspetto: guardare con attenzione e descrivere per ricordare. Su un banco avevo disposto quasi tutto quello che c'era da cercare...


... non proprio tutto, in qualche caso avevo solo le foto

Potentilla Reptans
Broussonetia Papyrifera

Cercis siliquastrum

Poi i ragazzi, divisi in gruppi, hanno avuto circa mezzora per osservare, disegnare e descrivere, con lo scopo di capire cosa avrebbero dovuto cercare




  


E il terzo aspetto, il più importante, già si fa strada, imparare a collaborare. I gruppi li ha fatti il prof., al solito, cercando di mescolare sempre un po' le carte (cioè le persone), con lo scopo di abituarli a lavorare (giocare) con tutti. 
E insomma, sì, dopo aver chiarito alcune regole di condotta

- Chi esce dal parco di Villa Florio ripete la classe prima (...)
- Non c’è motivo di correre, bisogna andare piano e osservare
- Non c’è motivo di passeggiare dove l’erba è alta, tutto si può  trovare stando nell’erba bassa
- Non c’è motivo di urlare, disturbereste gli animali
- Trattate bene le piante, strappatene solo il rametto che vi serve, con un gesto rapido e preciso.
- Non c’è motivo di raccogliere tutto ciò che capita: ogni specie raccolta che non compare nell’elenco vi toglierà un punto

...è finalmente giunto il momento di vagare per il parco, come piccole tribù di cacciatori-raccoglitori...






Alla fine, la mezzora si è quasi trasformata in un'ora di ricerca. Poi, dopo la ricreazione, è arrivata l'attesa fase del conteggio. Dopo tutto, quando si gioca e ci sono dei punti, non può mancare il vincitore. 


Per la cronaca, la vittoria è andata a Serena, Samuele, Davide e Lisa, grazie al ritrovamento di un uovo di merlo (anzi due...) che come bonus valeva ben 5 punti

L'uovo della vittoria

Quando si cerca si trova spesso quello che non ti aspetti (non è forse questo l'aspetto intrigante del cercare?), e infatti abbiamo trovato varie cose interessanti. Non sono quindi mancati approfondimenti (per così dire) sulle spiumate di Colombaccio ad opera di rapace (probabile Sparviere o Astore)

Sul luogo del "delitto"

sulle Galle (i ragazzi spieghino ai genitori...se si ricordano)


sulle penne di Picchio Verde e di Ghiandaia


e sulla muta del serpente (probabilmente un Biacco, anche detto "Carbone")


In questo turbinio anche Kevin ha raccolto il suo bel sacco e ha fatto un cartellone. Bravo!

   

Insomma, possiamo ben dire di aver degnamente salutato il "nostro" parco. Il prossimo anno saremo in una nuova scuola e non mancheremo di indagarne i dintorni: magari organizziamo un osservagiardini... o un osservacampi... 

P.S. Greta ci sei mancata! ma non preoccuparti, abbiamo ancora molto tempo assieme e altre avventure ci aspettano      

sabato 9 aprile 2022

Uno spazio libero

La 2A è una classe difficile. Si sa. Lo abbiamo detto in mille salse. Forse a volte ripetiamo così tanto le stesse cose, spinti dal lusinghiero vento del "lamentarsi" di tutto, che finiamo per impedire a noi stessi di cambiarle. Forse. Forse, insistere sugli aspetti negativi non solo rende più difficile divincolarsi dai propri (pre?)giudizi, ma soprattutto non lascia all'altro lo spazio per dimostrarti che stai sbagliando. 

Durante l'ora di assemblea settimanale, la 2A questo spazio lo ha avuto. Uno spazio libero, ma proprio perchè libero, ancora più difficile da gestire. Ci sono stati conflitti, confusione, profonde fratture nel gruppo, anche pianti, ma lentamente hanno trovato un equilibrio: si sono inventati ruoli non previsti, come quello del "poliziotto" che registra i nomi di chi non rispetta le regole, hanno deciso punizioni (ricopiare un testo scelto da me) e hanno accettato di subirle. Il bello è che hanno fatto tutto loro: io durante quell'ora me ne sto seduto, intervengo come gli altri, ma soprattutto osservo: all'inizio, ovviamente, c'è stato bisogno di qualche mio intervento da "professore", ma ormai accade sempre più raramente.

Ed è proprio durante una di queste ore autogestite che i ragazzi de IL CONSIGLIO DELLA 2A hanno deciso, spinti anche da un pizzico di orgoglio, di scendere nel Parco di Villa Florio e pulirlo. Così, muniti di sacchi e guanti, hanno fatto la loro personale giornata ecologica.

Uno dei luoghi più produttivi...





ECOTERRORISMO...?

SCOVAZZE, TULIPANI E ROMANTICISMO (nessun tulipano è stato maltrattato)








LO SQUADRONE ESIBISCE FIERAMENTE IL RACCOLTO


Due ambasciatori chiedono gentilmente a Luigino e Orietta di completare l'opera

Non è che - forse - si sono meritati di pranzare dove vogliono? 

Cappuccetto Khaby Lame

 C'era una volta cappuccetto Khaby Lame, gli amici la chiamarono cosi perché guardava sempre Khaby Lame. Un giorno sua madre gli disse di mandare il video di Charlie d'Amelio alla nonna. Cappuccetto Khaby Lame accettò e andò dalla nonna; la madre la fermo e le disse di non guardare video per il tragitto, Cappuccetto Khaby Lame disse: OK! E andò. 

Il tragitto era lungo e a metà incontrò il Lupo che era fan di Charlie  d'Amelio, il Lupo le chiese cosa aveva nel cesto, lei rispose che aveva il nuovo video di Charlie d'Amelio: il Lupo non aveva ancora visto il video e lo voleva, allora chiese a Cappuccetto Khaby Lame se poteva dargli il video, lei disse di no, perché doveva guardarlo prima la nonna. Il lupo chiese dove abitasse la nonna. Cappuccetto Khaby Lame rispose che la storia l' aveva già sentita e gli disse di andarsene, il lupo pianse dalla disperazione e morì. E il video andò  alla nonna che era innamorata di Charlie d'Amelio, poi disse che lei era la migliore, ma Cappuccetto grido NOOOOOOOO! Era meglio Khaby, e la guerra fra le due iniziò.

            MORALE: mai andare dalla nonna fan di Charlie d'Amelio
                                                              by OLSI 1A

sabato 2 aprile 2022

Super Squirrel - Iperfiaba con 21 funzioni

 

C'era una volta un piccolo scoiattolo che stava imparando a scendere dall'albero con la mamma. Un giorno Jack vide una ghianda rotolare e inseguendola finì per perdersi in un bosco.

La mamma, giorni prima, gli aveva detto di non intrufolarsi nelle tane altrui perchè avrebbe potuto essere aggredito. Jack, invece, inseguendo la ghianda, non seguì questo consiglio ed entrò nel buco in cui viveva un serpente.

Il serpente alzò il collo e lo attaccò con un morso velenoso. Poi gli disse: "Il veleno farà effetto fra tre giorni...se vuoi sopravvivvere dovrai partire per un pericoloso deserto..." Jack allora s'incamminò. Il povero scoiattolino, arrivato nel deserto, incontrò un cammello che gli disse: "Se vuoi salvarti portami la terza gobba!"

Jack si guardò attorno, vide un dromedario e pronunciò la formula: "L'elisir devo trovare, la gobba tua mi devi dare! Senza gobba sarai più bello, sarai meglio del cammello!" Il dromedario rimase ipnotizzato e l'eroe gli sfilò la gobba e ottenne l'antidoto. Jack finalmente fu salvo e gli tornò in mente la sua ghianda. Decise di cercarla, ma sulla strada trovò un trivio. Dove andare? Il suo fiuto non poteva sbagliare...e si diresse verso la tana del serpente.

Giunto a destinazione, mollò una scodata fortissima in testa al serpente, tanto che il rettile venne accecato dai suoi peli. Non contento, Jack si riempì le guance delle uova del nemico e gliele sputò in faccia.

Il serpente cadde a terra stecchito e il vittorioso Jack ritrovò la sua amata ghianda. Per paura che il rettile non fosse del tutto morto, scappò con uno scatto dalla tana, si arrampicò sugli alberi e saltando saltando si diresse finalmente verso casa.

Mentre tornava alla tana, vide un astore che si avvicinava minaccioso, allora, per nascondersi, strappò delle foglie e se le mise sulla pelliccia per mimetizzarsi.

Tornato a casa, nessuno più lo riconobbe. "Chi sei tu, che entri nel nostro territorio?" domandarono i familiari. Jack se ne andò intristito. Per caso, vide a terra un giornale che parlava della ricompensa promessa a chi avrebbe ucciso il pericoloso Serpente. Tornò verso casa tutto felice, ma scoprì che uno dei suoi fratelli si vantava di avere ucciso il Serpente e pretendeva il premio: la Ghianda d'oro.

Per scoprire chi avesse ucciso veramente il Serpente, venne scelta come prova la lotta con la serpe. Incredibilmente entrambi vennero morsi. Tutti rimasero delusi, perchè pensavano di non aver ancora trovato il vincitore.

Jack però esclamò: "Il vincitore sono io! Lui morirà in tre giorni, io no perchè sono immune, il Serpente mi ha già morso e l'ho già ucciso!"

La folla mormorò insospettita e allora Jack si tolse le foglie e fece vedere i segni del vecchio morso del Serpente. Come prova finale, estrasse dalla folta coda un uovo del viscido rettile. La madre allora urlò: "Ma sei tu, Jack, figlio mio!!" Tutti lo riconobbero.

Tre giorni dopo, il fratello traditore, mentre stava mangiando la sua terza ghianda, si sentì male e morì.

Alla fine, Jack scoprì che il possesso della Ghianda d'Oro lo rendeva uno scoiattolo volante. Qui  finisce la fiaba di Super Squirrel.

Scritta collettivamente da tutti gli alunni della 1A

Il Gatto bianco e il Cane nero - Poesia

IL GATTO BIANCO
 
C’era una volta un gatto
sulla strada lunga, abbandonata.
Il cielo era nuvoloso,
se alzava il volto non vedeva niente,
era tutto nero;
sembrava un cimitero.
Io lo vidi disteso a non far niente,
vedevo solo lui:
 
Il Gatto Bianco.
 
 
IL CANE NERO
 
C’era una volta un cane
sulla strada corta e luminosa.
Il cielo era soleggiato,
se alzava il volto vedeva
i bambini giocare con la palla,
erano felici
sembrava un lunapark.
Io lo vidi in piedi
a giocare con una pallina,
vedevo solo lui:
 
Il Cane Nero.

                                                                                                                      by LISA 1A

martedì 22 marzo 2022

Cappuccetta italica

 

C’era una volta, una bimba di nome Cappuccetta Italica. Si chiamava così perché indossava sempre una fascia tricolore: bianca, rossa e verde.

Suo padre era un pizzaiolo che lavorava a Napoli, e quel giorno aveva finito il sugo, incaricò la figlia di andare a recuperarne un po', avvertendola di non andare al mercato, perché era gestito da gente scaltra che rubava ai clienti… ma come in tutte le fiabe, Cappuccetta non lo ascoltò e partì naturalmente per l’unico posto dove non sarebbe dovuta andare: il mercato.

Dopo un po' di cammino, fu di fronte alla bancarella di frutta e verdura, chiese al commesso: “Vorrei del sugo per la pizza, per piacere” ma egli rimase girato, quindi ritentò, stavolta più forte: “Potrei avere del sugo di pomodoro?” restò immobile, e la bimba perse la pazienza: “VOGLIO DEL SUGO DI POMODORO!” e il commesso si fece vedere in faccia: un cattivissimo e scaltrissimo lupo, e non passò neanche mezz’istante che Cappuccetta rimase senza i soldi che il padre le aveva dato. Subito si mise a piangere disperata ma, per sua fortuna, la nonna girava proprio lì vicino e accorse immediatamente in suo aiuto: con la sua fidata ciabatta tirò uno sculaccione talmente forte che tre uomini forzuti non si sarebbero neanche lontanamente avvicinati al risultato, lo fece volare via.

Quindi recuperarono sugo e soldi e se ne andarono dal padre pizzaiolo che preparò loro, come ringraziamento, la più buona pizza margherita che avessero mai mangiato, e vissero tutti felici e contenti.

                                                                                                            Francesco (1A)

domenica 19 dicembre 2021

Attacco poetico!

Se c'è una cosa che ho imparato in questi anni, anche grazie ai libri del compianto Paolo Perticari, è che una lezione troppo programmata, poco esposta all'imprevedibile e anche al fallimento, ha qualcosa che non va. Per fare questo, è indispensabile lasciare spazio all'imprevisto, accoglierlo.

Un giorno, nel mio tentativo di esporre la 1A a un flusso poetico continuo, leggo in classe ad alta voce questa poesia di Bruno Tognolini da "Rime di Rabbia"

RIMA DI CHI VIENE PRIMA
Primini!
Così ci dite perché siamo piccolini
Noi siamo in prima
Perché veniamo prima
Siamo più forti
Perché siamo più corti
Perché diventeremo come voi
Voi non potete diventare come noi
Noi siamo prima
Facciamo meglio rima
Perché meglio primini come noi
Che secondini o che terzini come voi
Siamo primini
Levatevi il berretto
Ciucciateci i calzini
E portateci rispetto.

Risultato: ovazione della classe. Io reagisco spontaneamente e dico sarebbe bello fare un "Attacco poetico"... non finisco neanche la frase e l'ovazione riprende. E' deciso, Attacco poetico sia! Ma che cos'è? Ho spiegato più volte, nel corso del mese che ci è servito come preparazione, che non doveva essere soltanto una raccolta di testi irriverenti verso le altre classi, ma ormai il fuoco sacro dell'invettiva, della polemica poetica, della presa in giro letteraria, era scoppiato e io ho deciso di non spegnerlo. Avevamo un motivo preciso per scrivere, ancora una volta la scrittura in 1A era cosa viva, come già lo era stata nelle precedenti fasi del nostro laboratorio di scrittura. L'audio cerca di testimoniarlo...

 Con questo spirito la classe ha lavorato intensamente...

Alla fine "i primini" non si sono affatto limitati alle invettive contro le altre classi, anzi, la maggior parte dei fogli erano fatti da poesie originali (sull'Italia, sui gatti, con parole longobarde ecc...), da citazioni (Baudelaire, Celan, Majakovskij...si vola alto!) e poesie di poeti contemporanei come quella sulla gazza di Franco Marcoaldi (chiedere alla 1A).

E una volta pronti, appena prima di ricreazione, con l'atteggiamento circospetto che si addice a certe operazioni, le truppe sono uscite dalla trincea per compiere l'atto eroico...







Tornati alla base, c'era un misto di eccitazione e di paura. Chi avrebbe continuato per sempre ad andare in giro per la scuola ad attaccare fogli, chi non vedeva l'ora che suonasse (più del solito, diciamo), chi temeva la reazione di quelli più grandi. 

E la reazione c'è stata...sgomento, sorpresa, desiderio di "vendetta", ma anche una sensazione di offesa che, almeno in queste dimensioni, non era attesa. Qui serve una spiegazione. Premesso che non c'era nulla di volgare (ovviamente), alcuni testi, riprendendo quello di Tognolini dal quale era partito tutto, in effetti attaccavano le altre classi. Per capire di cosa parliamo, al massimo qualcuno si è spinto a confrontare una classe con una banana marcia o ha usato termini come "schifo", ma il tenore generale dei testi era questo

Noi siamo i primini, voi siete secondini, o terzini,
Noi prima, voi dopo, forse dopo
Voi non tornate indietro, noi sì
Noi voliamo, voi invece scendete
Voi boomer noi pro
E nemmeno lo sapete
Voi siete topi noi gatti
vi divoriamo con l’acquolina nei baffi 

Se qualcuno si è sentito offeso, la responsabilità è solo mia, non della classe 1A. Ognuno ha la sua sensibilità e questo va rispettato. Ma approfitto per dirvi che nella vita bisogna imparare a sentirsi offesi, (vi capiterà spesso), a capire cosa ci offende, a reagire (se necessario) senza volgarità o violenza. Per questo sono andato in ogni classe a spiegare e a invitarli a rispondere con la scrittura, a far vedere quanto sono grandi, visto che i piccoli li hanno, per così dire, "sfidati"

Il messaggio del nostro attacco è SCRIVETE! In questa occasione e sempre. Scrivete, scrivete quello che vi fa star male, quello che vi offende, quello che non riuscireste mai a dire, alla persona amata, all'amico, ai genitori, a chiunque, scrivete per essere liberi, potreste scoprire che "per guarire" a volte non servono neanche i lettori, basta la propria scrittura.

Qualcuno di seconda lo ha già fatto...


BRAVI! questa è la reazione che mi aspetto.

PER FINIRE. Prima dell'attacco, in 1A abbiamo letto il testo di una canzone, un inno alla scrittura che spero possa ispirare tutti gli alunni della scuola



sabato 30 ottobre 2021

A voce alta

Leggere ad alta voce fa bene. Un po' a tutti. A chi legge e a chi ascolta. Da quest'anno vorrei leggere ad alta voce più spesso e vorrei sentir leggere i ragazzi ad alta voce. Non è uno sfizio da vecchio prof. E' una convinzione maturata dalla lettura di alcuni libri e dalla consapevolezza che anche mentre leggiamo silenziosamente, dentro di noi accade qualcosa, si snoda un discorso mentale, come se in realtà leggessimo sempre ad alta voce, ma a volte senza usare le corde vocali. Un lettore esperto sa cosa accade dentro di lui nel momento della lettura silenziosa, ma come si fa a insegnare questo processo? O meglio, come si fa a far capire agli altri qual è questo processo? Non c'è altro modo, leggere ad alta voce. Le pause, le intonazioni, il ritmo, il tono, non sono abbellimenti da attore, sono parte integrante della lettura, della nostra comprensione del testo. 

"Leggere ad alta voce è fondamentale per aiutarli a diventare lettori [...] La lettura ad alta voce ha un tale valore, e l'apprendimento della lettura è un processo talmente lungo e complesso che è necessario leggere ad alta voce lungo tutto il percorso scolastico." Il lettore infinito - Aidan Chambers

E allora? Allora ho letto in classe ad alta voce e lo farò ancora, e stiamo leggendo Matilde di Roald Dahl ad alta voce. A proposito...che magnifico silenzio mentre leggiamo Matilde! I silenzi non sono tutti uguali, affatto. Ci sono i silenzi della paura e quelli della concentrazione, quelli della noia e quelli dell'interesse. Un giorno stavamo leggendo Matilde, suona la campanella, l'ora è finita; per un attimo penso di salutare e far terminare la lettura, ma mi sembrava di interrompere un incantesimo, tanto era denso quel silenzio. Così, me ne sono uscito senza dir nulla e quelli della 1A, rapiti dal libro, non se ne sono minimamente accorti e hanno continuato a leggere mentre entrava la prof di Inglese...magnifico potere del libro!

Oltre a tutto ciò ho voluto far usare a tutti loro la voce, fargli sperimentare le potenzialità espressive che nasconde questo strumento. Alcuni hanno sfoderato doti recitative nascoste, inginocchiandosi, fingendo di piangere, improvvisando scenette, altri, quando si trattava di urlare non sono riusciti a farlo fino in fondo. Urlare è difficile, perchè sfogarsi davvero è difficile. Poi a scuola...il prof. che ti dice di urlare...non si è mai visto, dai.

Insomma, per farla breve, la 1A, fra uno schema di storia e la liberazione di un codirosso spazzacamino, divisa in gruppi ha cercato di recitare una favola. Hanno avuto poco tempo a dire il vero, ma io ho già notato qualche miglioramento nella loro lettura ad alta voce.

Qui possiamo notare piccole compagnie teatrali cimentarsi nelle proprie parti all'aperto


Prima di chiudere, il prof vuole fare davvero i complimenti a tutti, per l'entusiasmo e il clima che si respira in classe. Non preoccupatevi se qui avete avuto qualche indecisione, è normalissimo. Ci riproveremo. Anzi, quest'anno vorrei ritornare spesso sulle attività che facciamo, vorrei riproporre, risperimentare. La scuola troppo spesso corre, vola, con l'illusione di fare tanto rischia invece di sorvolare sulle cose...proveremo a fermarci un po' di più.

E ora potete entrare in prima A e sentire le loro voci

Giorgia, Lisa e Aurora  


Asia, Andreo e Alessio


Anna, Olsi e Francesco


Serena, Filippo e Samuele


Davide, Greta e Miriam


sabato 9 ottobre 2021

Acrostici e Limerick dai draghetti della 1A

Piccolo assaggio della fantasia lessicale che abbiamo cercato di scatenare coi draghetti locopei della 1A (spiegatela voi ai genitori). 


Serena si lancia in un'affermazione che appare contraddittoria (albicocche a Natale?)... ma se sono rigorose non possiamo non crederle

Sappiamo Essere Rigorose e Natalizie Albicocche


La coppia di fondo Asia e Anna compone un acrostico all'insegna dell'educazione civica (ma in quel "navigare" non leggete anche voi  un sorrisetto malizioso?)

Aiutare Signora In Attraversamento  A Non Navigare Altrove


Greta e Miriam sperimentano la personificazione di animali e frutta

Gorilla Rosa E Tartaruga Arrabbiata

Melone Irritato Rabbioso Indica Anguria Marcia


Francesco e Davide invece (tanto per segnare una differenza di genere), parlano nientemeno che di diavoli, risse e chioschi...

Facciamo Rissa Al Noto Chiosco E Si Chiama Oreste

Diciamo A Vito: I Diavoli Esistono


...e mentre Lisa tira fuori un acrostico che scriverei in ogni mia classe

L'Insegnante Sa Arrabbiarsi


Giorgia ci confonde con strane mescolanze geografiche e non solo 

Gli Indiani Orfani Raggiungono Gli Indiani Arabi


Dei limerick invece ho perso l'autore ma non importa


Ho conosciuto un tale

un tale di Torino

che si ricordò che l'ambulanza faceva nino nino


Ho conosciuto un tale

un tale di Manzano

che era ubriaco e andava lontano


Ho conosciuto un tale

un tale di Parigi

che sguazzava nel Tamigi


Ho conosciuto un tale

un tale di Barletta

che cadeva sempre dalla bicicletta


Ho conosciuto un tale

un tale di Bolzano

che mangiava un'aragosta sul divano


Ho conosciuto un tale

un tale di Pompei 

che diceva sempre Ok!


Ho conosciuto un tale

un tale di Lovaria

che era strambo e mangiava l'aria


Messaggio in codice per la classe: se volete dimostrare le vostre capacità narrative al mondo, senza svelare il misterioso significato di starilli, starlepe, scopolli ed arelli (per non parlare delle loglie e dei pichi, ovviamente), potete scrivere i vostri testi al computer. Portatemeli o inviatemeli e saranno pubblicati sul blog!


mercoledì 6 ottobre 2021

Il prof. Mamma sto zoo presenta la 1A...

Anche per la squadra 1A del 2021 è giunta finalmente l'ora di esordire nel difficile campo del blog. Cominciamo bene, con una poesia enigmatica fatta dalla somma dei nostri anagrammi. Pronti in pentola e presto in arrivo altri giochi di parole e testi incomprensibili a chi non fa parte del club. Perfetto. 


Anna ridà Gucci

Renza sgrana arie

Io lascio sul petto

Mamma intuì torri

 

Così alto…

Buffon… can fresco!  

Vide lumaca soda

Albe, vino, ragni K

Torta a due amori

Ora il salame

 

C’è melma zio Suhn?

Raf, fischi oggi?

Zio, fili polpi?

Arreda, delfino!

Calma! Risotti…

Ospiti: Gel e crosta!

 

(Mamma sto zoo…)

domenica 26 settembre 2021

Aprite quell'armadio...se volete leggere

L'armadio 24 è là, nel corridoio, vi aspetta con i suoi libri multicolori...basta chiedere gentilmente la chiave al prof. Zamò...


In questi tre post trovate quasi tutte le copertine dei libri che potete prendere in prestito

Primo post 

Secondo post

Terzo post