giovedì 9 giugno 2022

Il gran giuoco antico dell'Osservaboschi

Potevamo abbandonare per sempre il Parco di Villa Florio, senza un'ultima avventura? Certo, ma non ho voluto farlo. E per questo ci è venuto in soccorso Il gran giuoco antico dell'Osservaboschi (marchio registrato dal prof. Zamò...). 

A farla semplice parrebbe di aver sguinzagliato 16 (pre)adolescenti per un parco, senza scopo alcuno se non quello di far passare la giornata, ma non è proprio così. Non vorrei farla lunga, ma qualche motivazione di natura didattica c'era anche stavolta. 

Primo aspetto: la forza della ricerca. Date qualcosa da cercare e le menti si attiveranno, gli occhi brilleranno e le forze si coaguleranno per raggiungere il risultato. Date qualcosa di bello e pronto, dove non c'è nulla di scoprire, e sentirete (se ascoltate attentamente) che manca qualcosa. Ecco allora un elenco, redatto (almeno spero) con criteri botanici o quasi, che indicava cosa cercare...

Sì, ottimo, ma come fare se non sappiamo cosa sono "ste robe"? Ed ecco il secondo aspetto: guardare con attenzione e descrivere per ricordare. Su un banco avevo disposto quasi tutto quello che c'era da cercare...


... non proprio tutto, in qualche caso avevo solo le foto

Potentilla Reptans
Broussonetia Papyrifera

Cercis siliquastrum

Poi i ragazzi, divisi in gruppi, hanno avuto circa mezzora per osservare, disegnare e descrivere, con lo scopo di capire cosa avrebbero dovuto cercare




  


E il terzo aspetto, il più importante, già si fa strada, imparare a collaborare. I gruppi li ha fatti il prof., al solito, cercando di mescolare sempre un po' le carte (cioè le persone), con lo scopo di abituarli a lavorare (giocare) con tutti. 
E insomma, sì, dopo aver chiarito alcune regole di condotta

- Chi esce dal parco di Villa Florio ripete la classe prima (...)
- Non c’è motivo di correre, bisogna andare piano e osservare
- Non c’è motivo di passeggiare dove l’erba è alta, tutto si può  trovare stando nell’erba bassa
- Non c’è motivo di urlare, disturbereste gli animali
- Trattate bene le piante, strappatene solo il rametto che vi serve, con un gesto rapido e preciso.
- Non c’è motivo di raccogliere tutto ciò che capita: ogni specie raccolta che non compare nell’elenco vi toglierà un punto

...è finalmente giunto il momento di vagare per il parco, come piccole tribù di cacciatori-raccoglitori...






Alla fine, la mezzora si è quasi trasformata in un'ora di ricerca. Poi, dopo la ricreazione, è arrivata l'attesa fase del conteggio. Dopo tutto, quando si gioca e ci sono dei punti, non può mancare il vincitore. 


Per la cronaca, la vittoria è andata a Serena, Samuele, Davide e Lisa, grazie al ritrovamento di un uovo di merlo (anzi due...) che come bonus valeva ben 5 punti

L'uovo della vittoria

Quando si cerca si trova spesso quello che non ti aspetti (non è forse questo l'aspetto intrigante del cercare?), e infatti abbiamo trovato varie cose interessanti. Non sono quindi mancati approfondimenti (per così dire) sulle spiumate di Colombaccio ad opera di rapace (probabile Sparviere o Astore)

Sul luogo del "delitto"

sulle Galle (i ragazzi spieghino ai genitori...se si ricordano)


sulle penne di Picchio Verde e di Ghiandaia


e sulla muta del serpente (probabilmente un Biacco, anche detto "Carbone")


In questo turbinio anche Kevin ha raccolto il suo bel sacco e ha fatto un cartellone. Bravo!

   

Insomma, possiamo ben dire di aver degnamente salutato il "nostro" parco. Il prossimo anno saremo in una nuova scuola e non mancheremo di indagarne i dintorni: magari organizziamo un osservagiardini... o un osservacampi... 

P.S. Greta ci sei mancata! ma non preoccuparti, abbiamo ancora molto tempo assieme e altre avventure ci aspettano      

sabato 9 aprile 2022

Uno spazio libero

La 2A è una classe difficile. Si sa. Lo abbiamo detto in mille salse. Forse a volte ripetiamo così tanto le stesse cose, spinti dal lusinghiero vento del "lamentarsi" di tutto, che finiamo per impedire a noi stessi di cambiarle. Forse. Forse, insistere sugli aspetti negativi non solo rende più difficile divincolarsi dai propri (pre?)giudizi, ma soprattutto non lascia all'altro lo spazio per dimostrarti che stai sbagliando. 

Durante l'ora di assemblea settimanale, la 2A questo spazio lo ha avuto. Uno spazio libero, ma proprio perchè libero, ancora più difficile da gestire. Ci sono stati conflitti, confusione, profonde fratture nel gruppo, anche pianti, ma lentamente hanno trovato un equilibrio: si sono inventati ruoli non previsti, come quello del "poliziotto" che registra i nomi di chi non rispetta le regole, hanno deciso punizioni (ricopiare un testo scelto da me) e hanno accettato di subirle. Il bello è che hanno fatto tutto loro: io durante quell'ora me ne sto seduto, intervengo come gli altri, ma soprattutto osservo: all'inizio, ovviamente, c'è stato bisogno di qualche mio intervento da "professore", ma ormai accade sempre più raramente.

Ed è proprio durante una di queste ore autogestite che i ragazzi de IL CONSIGLIO DELLA 2A hanno deciso, spinti anche da un pizzico di orgoglio, di scendere nel Parco di Villa Florio e pulirlo. Così, muniti di sacchi e guanti, hanno fatto la loro personale giornata ecologica.

Uno dei luoghi più produttivi...





ECOTERRORISMO...?

SCOVAZZE, TULIPANI E ROMANTICISMO (nessun tulipano è stato maltrattato)








LO SQUADRONE ESIBISCE FIERAMENTE IL RACCOLTO


Due ambasciatori chiedono gentilmente a Luigino e Orietta di completare l'opera

Non è che - forse - si sono meritati di pranzare dove vogliono? 

Cappuccetto Khaby Lame

 C'era una volta cappuccetto Khaby Lame, gli amici la chiamarono cosi perché guardava sempre Khaby Lame. Un giorno sua madre gli disse di mandare il video di Charlie d'Amelio alla nonna. Cappuccetto Khaby Lame accettò e andò dalla nonna; la madre la fermo e le disse di non guardare video per il tragitto, Cappuccetto Khaby Lame disse: OK! E andò. 

Il tragitto era lungo e a metà incontrò il Lupo che era fan di Charlie  d'Amelio, il Lupo le chiese cosa aveva nel cesto, lei rispose che aveva il nuovo video di Charlie d'Amelio: il Lupo non aveva ancora visto il video e lo voleva, allora chiese a Cappuccetto Khaby Lame se poteva dargli il video, lei disse di no, perché doveva guardarlo prima la nonna. Il lupo chiese dove abitasse la nonna. Cappuccetto Khaby Lame rispose che la storia l' aveva già sentita e gli disse di andarsene, il lupo pianse dalla disperazione e morì. E il video andò  alla nonna che era innamorata di Charlie d'Amelio, poi disse che lei era la migliore, ma Cappuccetto grido NOOOOOOOO! Era meglio Khaby, e la guerra fra le due iniziò.

            MORALE: mai andare dalla nonna fan di Charlie d'Amelio
                                                              by OLSI 1A

sabato 2 aprile 2022

Super Squirrel - Iperfiaba con 21 funzioni

 

C'era una volta un piccolo scoiattolo che stava imparando a scendere dall'albero con la mamma. Un giorno Jack vide una ghianda rotolare e inseguendola finì per perdersi in un bosco.

La mamma, giorni prima, gli aveva detto di non intrufolarsi nelle tane altrui perchè avrebbe potuto essere aggredito. Jack, invece, inseguendo la ghianda, non seguì questo consiglio ed entrò nel buco in cui viveva un serpente.

Il serpente alzò il collo e lo attaccò con un morso velenoso. Poi gli disse: "Il veleno farà effetto fra tre giorni...se vuoi sopravvivvere dovrai partire per un pericoloso deserto..." Jack allora s'incamminò. Il povero scoiattolino, arrivato nel deserto, incontrò un cammello che gli disse: "Se vuoi salvarti portami la terza gobba!"

Jack si guardò attorno, vide un dromedario e pronunciò la formula: "L'elisir devo trovare, la gobba tua mi devi dare! Senza gobba sarai più bello, sarai meglio del cammello!" Il dromedario rimase ipnotizzato e l'eroe gli sfilò la gobba e ottenne l'antidoto. Jack finalmente fu salvo e gli tornò in mente la sua ghianda. Decise di cercarla, ma sulla strada trovò un trivio. Dove andare? Il suo fiuto non poteva sbagliare...e si diresse verso la tana del serpente.

Giunto a destinazione, mollò una scodata fortissima in testa al serpente, tanto che il rettile venne accecato dai suoi peli. Non contento, Jack si riempì le guance delle uova del nemico e gliele sputò in faccia.

Il serpente cadde a terra stecchito e il vittorioso Jack ritrovò la sua amata ghianda. Per paura che il rettile non fosse del tutto morto, scappò con uno scatto dalla tana, si arrampicò sugli alberi e saltando saltando si diresse finalmente verso casa.

Mentre tornava alla tana, vide un astore che si avvicinava minaccioso, allora, per nascondersi, strappò delle foglie e se le mise sulla pelliccia per mimetizzarsi.

Tornato a casa, nessuno più lo riconobbe. "Chi sei tu, che entri nel nostro territorio?" domandarono i familiari. Jack se ne andò intristito. Per caso, vide a terra un giornale che parlava della ricompensa promessa a chi avrebbe ucciso il pericoloso Serpente. Tornò verso casa tutto felice, ma scoprì che uno dei suoi fratelli si vantava di avere ucciso il Serpente e pretendeva il premio: la Ghianda d'oro.

Per scoprire chi avesse ucciso veramente il Serpente, venne scelta come prova la lotta con la serpe. Incredibilmente entrambi vennero morsi. Tutti rimasero delusi, perchè pensavano di non aver ancora trovato il vincitore.

Jack però esclamò: "Il vincitore sono io! Lui morirà in tre giorni, io no perchè sono immune, il Serpente mi ha già morso e l'ho già ucciso!"

La folla mormorò insospettita e allora Jack si tolse le foglie e fece vedere i segni del vecchio morso del Serpente. Come prova finale, estrasse dalla folta coda un uovo del viscido rettile. La madre allora urlò: "Ma sei tu, Jack, figlio mio!!" Tutti lo riconobbero.

Tre giorni dopo, il fratello traditore, mentre stava mangiando la sua terza ghianda, si sentì male e morì.

Alla fine, Jack scoprì che il possesso della Ghianda d'Oro lo rendeva uno scoiattolo volante. Qui  finisce la fiaba di Super Squirrel.

Scritta collettivamente da tutti gli alunni della 1A

Il Gatto bianco e il Cane nero - Poesia

IL GATTO BIANCO
 
C’era una volta un gatto
sulla strada lunga, abbandonata.
Il cielo era nuvoloso,
se alzava il volto non vedeva niente,
era tutto nero;
sembrava un cimitero.
Io lo vidi disteso a non far niente,
vedevo solo lui:
 
Il Gatto Bianco.
 
 
IL CANE NERO
 
C’era una volta un cane
sulla strada corta e luminosa.
Il cielo era soleggiato,
se alzava il volto vedeva
i bambini giocare con la palla,
erano felici
sembrava un lunapark.
Io lo vidi in piedi
a giocare con una pallina,
vedevo solo lui:
 
Il Cane Nero.

                                                                                                                      by LISA 1A

martedì 22 marzo 2022

Cappuccetta italica

 

C’era una volta, una bimba di nome Cappuccetta Italica. Si chiamava così perché indossava sempre una fascia tricolore: bianca, rossa e verde.

Suo padre era un pizzaiolo che lavorava a Napoli, e quel giorno aveva finito il sugo, incaricò la figlia di andare a recuperarne un po', avvertendola di non andare al mercato, perché era gestito da gente scaltra che rubava ai clienti… ma come in tutte le fiabe, Cappuccetta non lo ascoltò e partì naturalmente per l’unico posto dove non sarebbe dovuta andare: il mercato.

Dopo un po' di cammino, fu di fronte alla bancarella di frutta e verdura, chiese al commesso: “Vorrei del sugo per la pizza, per piacere” ma egli rimase girato, quindi ritentò, stavolta più forte: “Potrei avere del sugo di pomodoro?” restò immobile, e la bimba perse la pazienza: “VOGLIO DEL SUGO DI POMODORO!” e il commesso si fece vedere in faccia: un cattivissimo e scaltrissimo lupo, e non passò neanche mezz’istante che Cappuccetta rimase senza i soldi che il padre le aveva dato. Subito si mise a piangere disperata ma, per sua fortuna, la nonna girava proprio lì vicino e accorse immediatamente in suo aiuto: con la sua fidata ciabatta tirò uno sculaccione talmente forte che tre uomini forzuti non si sarebbero neanche lontanamente avvicinati al risultato, lo fece volare via.

Quindi recuperarono sugo e soldi e se ne andarono dal padre pizzaiolo che preparò loro, come ringraziamento, la più buona pizza margherita che avessero mai mangiato, e vissero tutti felici e contenti.

                                                                                                            Francesco (1A)