venerdì 21 dicembre 2018

L'incontro con Ndour

Come promesso dopo il primo laboratorio Caritas di giovedì scorso, oggi è stata la volta dell'incontro con il ragazzo senegalese Ndour Bakary.


Dopo aver riepilogato quanto successo nello scorso incontro, per cercare di rompere il ghiaccio e abituarsi all'ascolto dell'altro abbiamo fatto un piccolo gioco a coppie. Ognuno aveva cinque minuti per parlare di sé all'altro: alla fine ciascuno avrebbe presentato alla classe il suo compagno. Anche Ndour ha partecipato, assieme a Riccardo N.


Aurora presenta Fabio

Scaldati gli animi, abbiamo finalmente ascoltato la storia di Ndour. Ha 20 anni e viene dal Senegal, da una piccola isola vicinissima alla capitale Dakar






Ndour già a 15 anni voleva andarsene, ma la famiglia non era d'accordo. A 17 anni ha realizzato il suo desiderio ed è partito assieme ad un adulto. Il viaggio è stata senz'altro la parte più dura, e infatti alla difficile domanda "cambieresti qualcosa potendo tornare indietro?" ci ha risposto che non rifarebbe più quel tipo di viaggio. Come moltissimi altri ha seguito il percorso verso il Mali, il Burkina Faso, il Niger e poi dal Niger - attraverso il deserto del Sahara - in Libia. Da lì, come tutti possiamo immaginare, ha preso un'imbarcazione ed è arrivato a Lampedusa.




E' difficile qui farvi un resoconto di tutta la sua storia: Ndour in Italia ha preso la licenza di terza media e oggi lavora in una fabbrica per la lavorazione della pietra (a volte in cava), segue una scuola per migliorare l'italiano e sta cercando di prendere la patente. Il suo sogno è giocare a calcio e lo insegue allenandosi ogni giorno con una piccola squadra del cividalese. Noi abbiamo ascoltato e abbiamo domandato, di fronte a noi c'era un ventenne, emozionato all'inizio perchè non aveva mai parlato di fronte ad una classe. 

Io non so cosa sia rimasto a voi - ragazzi della 2A - di questo incontro. Voi sapete che il tema delle migrazioni è davvero complesso, e di fronte alla complessità, gli slogan e le posizioni estreme (di qualsiasi tipo) non servono a nulla. Qui non voglio fare un lungo e forse  noioso discorso su ciò che penso sia giusto o sbagliato (in classe non lo faccio mai, figuriamoci qua), anche perchè dovete pensare con la vostra testa, non con la mia. Voglio però dirvi quello che è successo dentro di me durante questo incontro. Poi se vorrete, potrete discuterne a casa con i vostri genitori, com'è giusto che sia.

Ndour non è scappato da guerre o da persecuzioni, è il classico esempio di migrante economico che una grande maggioranza vorrebbe respingere e non vi nego che anche io, a mente fredda e in altri contesti, l'ho pensato. Insomma, se non scappano da guerre o persecuzioni o fame, perchè dovremmo accoglierli tutti? Certo, è una domanda sensata. Eppure, mentre conoscevamo Ndour, prima quasi in silenzio, poi più decisamente, una domanda si faceva spazio nella mia mente...perchè no? Di fronte a un ragazzo che a 17 anni ha rischiato tutto per venire qui, non riuscivo a rispondere. Perchè non avremmo dovuto accoglierlo? Perchè no?
Di fronte a un ragazzo di 20 anni che lavora, studia, insegue la sua passione calcistica come mille altri, non riuscivo a rispondere. Perchè no? Di fronte a Ndour, che quando gli abbiamo chiesto se avesse mai subito degli episodi di razzismo ha risposto di no e poi ha aggiunto "se dai rispetto, gli altri ti rispettano", io non riuscivo a rispondere a quella domanda. Perchè no? 
Sono tornato a casa, ho mangiato e lei era ancora lì...per quello ho dovuto scriverla. Perchè no?

In bocca al lupo Ndour! 




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