mercoledì 20 febbraio 2019

Bianca e Forni 3

Siamo arrivati al terzo giorno e fioccano da ogni dove i segni di cedimento fisico. Già a colazione si possono notare occhi decisamente provati, persone che si trascinano stanche in sala mensa e altre che cominciano una lenta opera di convincimento dei prof. con l'unico scopo di non sciare...
Malgrado tutto, anche oggi i nostri arrivano alle piste, e comincia una giornata che si rivelerà molto lunga


In molti addirittura sciano 



Ma nel frattempo la tenacia di alcuni raggiunge il risultato sperato...e la schiera del "non ce la faccio" aumenta a vista d'occhio

La foto è puramente indicativa: non tutti gli alunni ripresi hanno fatto parte dell'esclusivo club della bietola
E' in momenti come questi che il prof. Zamò abbandona il campo e decide di impartire una breve lezione di birdwatching a due volontarie

Per la cronaca abbiamo avvistato regoli e cince dal ciuffo, oltre agli ormai famosi gracchi alpini

Al nostro ritorno alle piste ci tocca assistere ad ulteriori scene di sfinimento, con sottofondo lamentoso...


Ma la terza giornata scorre implacabile e alla fine anche il prof. (che ironizza sulla tenuta fisica dei suoi allievi) ne sentirà le conseguenze; quindi facciamo il pranzo e alle ore 14.15 si parte per la ciaspolata nel bosco


Tralasciamo il disagio patito per indossare le ciaspole e concentriamoci sulla parte gustosa dell'uscita. Qui ad esempio il famoso Nema si cimenta in una dimostrazione pratica della pena che Dante assegna agli avari nell'Inferno...


Gli avari danteschi erano privi di ciaspole

E per chiudere la camminata, arriva un'ottima discesa che incontra il favore dei ragazzi



A questo punto, giunte le 17, la giornata poteva scemare tranquilla fino a sera, e invece no, l'ultimo giorno va spremuto fino in fondo...ore 17.30 tutti in piscina! 



Tornati in hotel, abbiamo solo 15 minuti per cambiarci e scendere a cena. Una breve pausa, perchè l'impietoso terzo giorno non accenna a spegnersi. Alle 21 scatta la caccia al murales per le vie di Forni divisi in 6 squadre.





Ore 22.30, siamo finalmente tornati in albergo e i lamenti del giorno, per una sorta di magia delle gite, si trasformano in energia da spendere nei corridoi (...). Esco giustamente a rimproverarli, ma so che è l'ultima notte e percepisco nell'aria quel groviglio di amicizie, di amori, di speranze e di delusioni che riesce a sprigionarsi tutto assieme e velocemente solo in queste situazioni. 

Domani si torna a casa. Intanto, per mantenere la tradizione chiudiamo il post con una foto di piedi e scarpe,  simbolo esatto della giornata estenuante


1 commento:

  1. Con la pazienza e la forza di non cedere ai continui"io non ci vado"ininterrotti,a ogni ora,in ogni istante durati fino al momento della partenza,il mio ego pavoneggia vittorioso di fronte al vocale"ciao mamma ci vediamo giovedì!",non mi resta che ringraziare la pazienza,santa,dei professori e augurarvi buon ultimo giorno sulla neve e ...aspettando la prossima gita,prendendosi già in tempo da qui a un anno...."io a Torino non ci vado!"
    Grazie ai voi tutti professori, grazie di cuore!

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