lunedì 18 febbraio 2019

Bianca e Forni 1

E come da tradizione giunsero i giorni della settimana bianca a Forni di Sopra. Ogni gita in qualche modo prevede i soliti rituali, le stesse identiche scene, ma è anche vero che ogni gita è unica. Questa ad esempio comincia con la classica scena dei genitori che salutano i figlioli, privi di smartphone, che si allontanano per giorni diretti in un aspra valle carnica. 


Ma a ben guardare, in questo caso avreste visto genitori davvero afflitti, altri più o meno sorridenti, altri ancora che fingevano afflizione per poi saltare di gioia alla partenza della corriera (come non comprenderli?).
E poi il viaggio in corriera. Gli immancabili "quanto manca?" come antichi versi di animali migratori, frammisti a cori più o meno educati, dei quali vi riportiamo solo alcuni stralci...

Poi non si dà viaggio in corriera senza il momento discoteca ("meglio una cassa per condividere la musica piuttosto che otto cuffie con le quali isolarsi" disse il (vecchio) prof)


In tutto ciò, qualche prof, per stemperare l'atmosfera, legge "Se questo è un uomo"



E finalmente si giunge a Forni, anch'essa evidentemente colpita dal Global Warming, perchè, malgrado la neve a terra, vigono temperature da maniche corte. Prima di pranzare ci dirigiamo ordinatamente (.....?) alle piste per provare l'attrezzatura



L'operazione vi sembrerà semplice: noleggiare sci e scarponi. Ma siamo una cinquantina. E molti non hanno mai visto sci e scarponi. Insomma, è senz'altro uno dei momenti più tragici della settimana bianca, lo dico per esperienza ma non mi addentro in particolari. 


Anche gli scarponi da sci, strano a dirsi, presentano quell'inusuale caratteristica per cui uno è pensato per il piede destro e l'altro per il piede sinistro: meraviglie della tecnica.

Ma nulla ci ferma e dopo pranzo ci avviamo con una certa spavalderia per la prima lezione di sci, e in circa un'ora (....) siamo pronti, tutti in fila per l'esecuzione.

Sci abbandonati in primo piano
Dopo un'oretta decido di andare a vedere cosa combinano i nostri con i maestri di sci e mi tocca subire la solita trafila del lamento tipo: "non ce la faccio", "gli scarponi mi stringono", "non ce la farò mai", "non sono capace" eccetera. Ma in realtà tutti resistono, anche sotto l'avanzare dell'ombra e il relativo precipitare delle temperature.




E così alle 16.30 torniamo in albergo per le agognate camere. Dopo una meritata pausa alle 18 c'è il corso "sicurezza sulle piste", poi si cena e non paghi della giornata si torna fuori, con strane coreografie...



...per dirigersi verso la palestra a provar l'ormai conosciuto tiro con l'arco.



Qui veniamo divisi in due squadre e per dovere di cronaca mi tocca riportare che, contro ogni pronostico, la squadra del prof. Zamò registra due sconfitte contro quella dei prof Zuri e Nazzi (un'onta che dovrà essere lavata!!).


 


L'arciere romano sfodera un colpo da 11 punti
Ma contro la mira di Zuccolo, stasera non c'è storia (bravo!)

E qui si conclude la nostra giornata, o almeno dovrebbe (mentre vi scrivo pare regnare il silenzio nei corridoi). Per concludere non posso che rivolgere un saluto a chi è rimasto a casa e a chi è stato colpito da virus malefici che lo hanno privato della gita: non disperatevi, siete giovani, avrete mille occasioni (e non dimenticate che vi aspetta la gita di terza).

I nostri scarponi dormono in cantina, ignari - come noi - di ciò che li aspetta all'indomani


Blog Lamiaclasse - Scuola Media Buttrio -  prof. Tommaso Zamò

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