UN RACCONTO GIALLO
Il commissario Grammatikus, che si chiamava
così perché sbagliava spesso i congiuntivi, si stava tagliando la barba
in bagno con il suo rasoio. Ad un tratto squillò il suo cellulare. Grammatikus
sobbalzò e rispose al telefono: “chi MI osa DISTURBARMI mentre faccio la barba???”
Dall’altra parte del telefono rispose la sua
assistente Veronika: “mi scusi signor commissario sono Veronika. C’è stato un
omicidio a S. Genoveffo al Carmo e dovrebbe venire per la risoluzione del caso.”
Grammatikus, allora, prese la sua macchina e
si diresse verso S. Genoveffo. Dopo circa mezz’ora di strada arrivò in paese
dove lo stava già aspettando Veronika. Entrambi si recarono sul luogo del delitto
e il commissario chiese a Veronika chi fosse la vittima. Veronika gli disse:
“si chiamava Marcello de Vultris, la sua famiglia è molto ricca ma lui stava
spendendo tutti i soldi per cose inutili; sua madre era atea e di conseguenza
anche Marcello. Grammatikus chiese a Veronika: “quali indizi SONO stati trovati con il corpo??”
Veronika rispose: “un rosario turchese; una macchia
rossa (che poteva sembrare sugo o vino); una ciocca di capelli ricci; dei
mozziconi di sigaretta e nell’aria c’era un forte odore di caffè". Grammatikus,
allora, rifletté ad alta voce dicendo: “se SAREBBE sugo FA pensare a qualche pietanza fatta in casa; se il de Vultris SAREBBE ateo non AVESSE un rosario turchese con le iniziali D.N. ai
suoi piedi; la ciocca di capelli non SAREBBE APPARTENUTA a lui essendo calvo.”
Alcuni testimoni interrogati da Veronika dissero
di aver visto aggirarsi la sera precedente intorno alle 22.03 le seguenti
persone: Don Nando, il prete; Donatella Narolli, la casalinga; Donato Nato, il
barista; Perpetua, la perpetua. Da qui Grammatikus capì che il rosario poteva
essere associato a tutti i sospettati; decise quindi di iniziare gli
interrogatori, partì dal prete Don Nando. Grammatikus si recò in canonica e
chiese al parroco: “Don Nando mi FACESSE vedere il suo rosario per piacere.” Il prete
lo cercò ma non lo trovò; Grammatikus gli chiese di descriverlo; Don
Nando, allora, disse: “è di perle bianche.” Il prete era assolto essendo un
rosario bianco e non turchese.
Si recarono quindi dalla casalinga, la
signora Donatella Narolli. Arrivati a casa della signora entrarono e Grammatikus
le chiese: “immagino lei HA
SENTITO quello
che è successo in paese ieri sera… cosa ci faceva in giro verso le 22.03 di
ieri sera?” Donatella, allora, spiegò che era ad aspettare la figlia
diciottenne che tornasse a casa dall’appuntamento con il suo ragazzo.
Grammatikus guardò in giro la casa e notò che c’era una pentola con della salsa
di pomodoro a cucinare; nell’aria c’era un odore di fumo testimoniato anche dai
mozziconi dentro il posacenere. La signora Narolli chiese a Grammatikus se poteva
offrigli un caffè. Grammatikus ringraziò ma non lo accettò e notò che sulla
tavola c’era un rosario bianco. Tornando verso l’auto si imbatterono nella
signora Perpetua di Don Nando. Perpetua esclamò: “per fortuna che l’ho
ritrovata commissario, mi sono ricordata che il rosario di Don Nando l’ho
prestato ad una signora con i capelli ricci stamattina perché lei aveva perso
il suo”. Dopo questa informazione il caso era concluso. Grammatikus e Veronika tornarono
a casa di Donatella e l’accusarono dell’omicidio di De Vultris, lei non negò e
spiegò che l’aveva ucciso perché era il ragazzo di sua figlia e non lo reputava
un ragazzo adatto alla sua famiglia.
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