mercoledì 29 maggio 2019

Testo Libero - Giulia C.


L’IPNOSI
Era un giorno di nebbia e il mare era in tempesta, ma un uomo, col passamontagna, salì lo stesso sul molo e da lì lanciò due valigie in acqua.
Squillò il telefono a casa dell’ispettore Solo: due ragazze erano sparite e avrebbe dovuto cercarle.
Arrivò a casa della famiglia delle due ragazze: era una villa gigantesca, completamente bianca nella campagna di Aberdeen. Suonò al campanello e la governante gli aprì e lo accompagnò in soggiorno, lì ci trovò una donna che stava piangendo, la madre delle ragazze, e un uomo che la consolava, il patrigno.
Si sedette sul divano e, visto che erano le 17.00, la governante portò loro del tè e dei biscotti.
La donna singhiozzante iniziò a parlare: “da quando loro padre è morto e io mi sono risposata con Thomas non sono state più le stesse, ma non sarebbero mai scappate, sono state rapite, la prego, ci aiuti: le ritrovi!”
L’ispettore gli chiese: “quando vi siete accorti che erano sparite?”
Questa volta fu l’uomo, Thomas, a rispondere: “non sono tornate da scuola, le abbiamo chiamate ma i cellulari suonavano a vuoto, quindi abbiamo provato a chiamare i loro amici per vedere se sapevano dov’erano ma neanche loro le avevano più sentite dopo la scuola, allora abbiamo pensato al peggio e vi abbiamo chiamato”.
Lui allora gli disse: “se qualcuno chiama per un riscatto avvisatemi e poi ci penseremo io e quelli della polizia”.
Detto questo l’ispettore gli diede il suo numero e se ne andò.
Arrivato a casa sua l’ispettore provò a pensare a dei sospettati, si chiese chi e perché avrebbe voluto rapire le ragazze, la donna era ricca: potevano volere solo dei soldi oppure volevano vendicarsi del marito della donna, un cartomante, che magari aveva fatto una predizione sbagliata, le piste erano tante e i sospettati ancor di più. Come avrebbe fatto a trovare il colpevole?
Passarono i giorni, quando un pescatore, mentre pescava, trovò due valigie impigliate nelle reti da pesca. Le portò in commissariato e lì, con le dovute precauzioni, aprirono le valigie: al loro interno contenevano un corpo putrefatto tagliato a pezzi con un foro all’altezza di quello che un tempo doveva essere stato il cuore.
L’autopsia rivelò che probabilmente il corpo era di una delle due ragazze scomparse e molto probabilmente l’altra aveva fatto la stessa fine. Stava dando le spalle all’assassino quando le avevano sparato, probabilmente stava correndo quando è morta. Preso il cadavere, l’uomo o un complice, con un coltello da cucina, l’ha tagliata a pezzi, li ha messi in due valigie e infine le ha buttate in mare per nascondere il corpo.
Era morta una settimana prima.
Il giorno dopo avvenne la svolta: la sorella ancora scomparsa riapparve e confessò tutto: “sono stata io e in uno scatto d’ira l’ho uccisa, non volevo farlo, mi sono fatta prendere dal panico e ho pensato che se non avessero trovato il cadavere non mi avrebbero messa in prigione. Poi voi l’avete trovata e allora ho capito la gravità di quello che avevo fatto e sono venuta a confessare”.
Parlava con una voce distaccata, come se ripetesse qualcosa imparato a memoria e aveva uno sguardo vacuo come se si fosse drogata, cose che non convinsero Solo della verità di quello che diceva.
Saputo della confessione di Vittoria, il patrigno chiamò l’ispettore e gli disse: “grazie per quello che ha fatto per noi, faremo un bonifico a suo favore” e riattaccò senza dargli la possibilità di controbattere.
Poco dopo lo chiamò anche la madre delle ragazze che gli chiese: "continuate a indagare, se conoscesse Vittoria e Ilaria saprebbe sicuramente che non si sarebbero fatte del male per nulla al mondo. È stato qualcun’altro a uccidere Ilaria e a far ricadere la colpa su Vittoria.
Il vero colpevole è ancora a piede libero in città mentre un innocente è in prigione, se crede veramente nella giustizia non può lasciare che questo accada!”
L’ispettore rispose: "certo che l’aiuterò, neanch’io ho veramente creduto a quello che la ragazza ha detto e suo marito ha chiuso troppo velocemente la faccenda. Vediamoci domani alle 14.00 a casa mia per parlare di sua figlia. La via è Privetti drive, 4”.
“Ok, allora a domani” e la signora riattaccò.
Il giorno seguente si presentò all’ora stabilita.
Si sedettero e incominciarono a parlare. L’ispettore chiese: "perché secondo lei, Vittoria non può aver ucciso Ilaria?”
Lei rispose: "erano molto unite e non si sarebbero fatte del male per niente al mondo.”
“E che rapporti avevano con il patrigno?”
“Lo odiavano, ma speravo che con il tempo avrebbero imparato a volergli bene”.
“D’accordo. Domani andrò a trovare sua figlia e vedere se ha qualcosa da dirci in più rispetto a quanto confessato all’interrogatorio”.
La donna ringraziò e se ne andò.
Il giorno dopo Solo andò in prigione a visitare la ragazza. Entrò nella sua cella, stava dormendo e l’ispettore fece per andarsene, quando la ragazza iniziò a parlare nel sonno: "ti prego non ucciderci, non ti abbiamo fatto niente, non riveleremo niente a nessuno, lo giuro …”- emise un grido e ricominciò a parlare con voce straziante: “no, perché lo hai fatto, Thomas pagherai per questo …”- urlò e la sua voce cambiò, diventò più distaccata, tutta uguale e disse: “si, sono stata io ad ucciderla”. Smise di parlare e l’investigatore se ne andò.
Il giorno seguente l’investigatore andò a casa del patrigno delle ragazze e bussò. Thomas gli aprì e lo fece accomodare su una sedia.
Solo iniziò a parlare: “buongiorno, vedo che ha preso bene la morte della sua figliastra”
L’uomo rispose: “tutti dobbiamo morire prima o poi, è la vita, dobbiamo accettarlo”
“Dove Vittoria può aver trovato l’arma per sparare ad Ilaria? Ma soprattutto perché l’ha presa?”
“Lo chieda a lei, perché dovrei saperlo io?”
“Ieri sono andato a trovare sua figlia, so che sei stato tu ad uccidere Ilaria e a far ricadere la colpa su Vittoria, la mia unica domanda è perché lo hai fatto?”
“E bravo il mio investigatore, come lo ha scoperto?”
“Vittoria è uscita dall’ipnosi e mi ha raccontato quasi tutto, ha ancora paura di te, te lo ripeto per l’ultima volta, perché lo hai fatto?”
“Beh, se si è svegliata tanto vale che te lo racconti io:
avevano scoperto che stavo con loro madre solo per i soldi e che appena fossi riuscito a farle firmare un testamento dove lasciava i suoi soldi, le sue azioni, le diverse case a me, l’avrei uccisa e avrei fatto ricadere la colpa sulle ragazze; quando l’hanno scoperto hanno iniziato a ricattarmi, alla fine non ce l’ho più fatta e ne ho uccisa una facendo ricadere la colpa sull’altra. Adesso sa tutto, mio caro investigatore, ma non fa nessuna differenza perché oggi morirà.”
Tirò fuori la pistola e in quello stesso istante un gruppo di agenti entrò e lo bloccò. Solo disse a Thomas: “hai ragione, anch’io morirò, ma non oggi. Ho immaginato che avresti cercato di uccidermi, quindi prima di venire qui ho chiamato la polizia nel caso tu ci avessi provato e, a quanto pare, ho fatto bene. Portatelo via agenti.”
Thomas fu portato in centrale dove incontrò Vittoria che rubò la pistola all’agente più vicino e sparò su di lui.

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