L’IPNOSI
Era un giorno di nebbia e
il mare era in tempesta, ma un uomo, col passamontagna, salì lo stesso sul molo
e da lì lanciò due valigie in acqua.
Squillò il telefono a
casa dell’ispettore Solo: due ragazze erano sparite e avrebbe dovuto cercarle.
Arrivò a casa della
famiglia delle due ragazze: era una villa gigantesca, completamente bianca
nella campagna di Aberdeen. Suonò al campanello e la governante gli aprì e lo
accompagnò in soggiorno, lì ci trovò una donna che stava piangendo, la madre
delle ragazze, e un uomo che la consolava, il patrigno.
Si sedette sul divano e,
visto che erano le 17.00, la governante portò loro del tè e dei biscotti.
La donna singhiozzante
iniziò a parlare: “da quando loro padre è morto e io mi sono risposata con
Thomas non sono state più le stesse, ma non sarebbero mai scappate, sono state
rapite, la prego, ci aiuti: le ritrovi!”
L’ispettore gli chiese: “quando
vi siete accorti che erano sparite?”
Questa volta fu l’uomo,
Thomas, a rispondere: “non sono tornate da scuola, le abbiamo chiamate ma i
cellulari suonavano a vuoto, quindi abbiamo provato a chiamare i loro amici per
vedere se sapevano dov’erano ma neanche loro le avevano più sentite dopo la
scuola, allora abbiamo pensato al peggio e vi abbiamo chiamato”.
Lui allora gli disse: “se
qualcuno chiama per un riscatto avvisatemi e poi ci penseremo io e quelli della
polizia”.
Detto questo l’ispettore
gli diede il suo numero e se ne andò.
Arrivato a casa sua
l’ispettore provò a pensare a dei sospettati, si chiese chi e perché avrebbe
voluto rapire le ragazze, la donna era ricca: potevano volere solo dei soldi
oppure volevano vendicarsi del marito della donna, un cartomante, che magari
aveva fatto una predizione sbagliata, le piste erano tante e i sospettati ancor
di più. Come avrebbe fatto a trovare il colpevole?
Passarono i giorni,
quando un pescatore, mentre pescava, trovò due valigie impigliate nelle reti da
pesca. Le portò in commissariato e lì, con le dovute precauzioni, aprirono le
valigie: al loro interno contenevano un corpo putrefatto tagliato a pezzi con
un foro all’altezza di quello che un tempo doveva essere stato il cuore.
L’autopsia rivelò che
probabilmente il corpo era di una delle due ragazze scomparse e molto
probabilmente l’altra aveva fatto la stessa fine. Stava dando le spalle
all’assassino quando le avevano sparato, probabilmente stava correndo quando è
morta. Preso il cadavere, l’uomo o un complice, con un coltello da cucina, l’ha
tagliata a pezzi, li ha messi in due valigie e infine le ha buttate in mare
per nascondere il corpo.
Era morta una settimana
prima.
Il giorno dopo avvenne la
svolta: la sorella ancora scomparsa riapparve e confessò tutto: “sono stata io
e in uno scatto d’ira l’ho uccisa, non volevo farlo, mi sono fatta prendere dal
panico e ho pensato che se non avessero trovato il cadavere non mi avrebbero
messa in prigione. Poi voi l’avete trovata e allora ho capito la gravità di
quello che avevo fatto e sono venuta a confessare”.
Parlava con una voce
distaccata, come se ripetesse qualcosa imparato a memoria e aveva uno sguardo
vacuo come se si fosse drogata, cose che non convinsero Solo della verità di
quello che diceva.
Saputo della confessione
di Vittoria, il patrigno chiamò l’ispettore e gli disse: “grazie per quello che
ha fatto per noi, faremo un bonifico a suo favore” e riattaccò senza dargli la
possibilità di controbattere.
Poco dopo lo chiamò anche
la madre delle ragazze che gli chiese: "continuate a indagare, se conoscesse
Vittoria e Ilaria saprebbe sicuramente che non si sarebbero fatte del male per
nulla al mondo. È stato qualcun’altro a uccidere Ilaria e a far ricadere la
colpa su Vittoria.
Il vero colpevole è
ancora a piede libero in città mentre un innocente è in prigione, se crede
veramente nella giustizia non può lasciare che questo accada!”
L’ispettore
rispose: "certo che l’aiuterò, neanch’io ho veramente creduto a quello che la
ragazza ha detto e suo marito ha chiuso troppo velocemente la faccenda. Vediamoci
domani alle 14.00 a casa mia per parlare di sua figlia. La via è Privetti
drive, 4”.
“Ok, allora a domani” e
la signora riattaccò.
Il giorno seguente si
presentò all’ora stabilita.
Si sedettero e
incominciarono a parlare. L’ispettore chiese: "perché secondo lei, Vittoria non
può aver ucciso Ilaria?”
Lei rispose: "erano molto
unite e non si sarebbero fatte del male per niente al mondo.”
“E che rapporti avevano
con il patrigno?”
“Lo odiavano, ma speravo
che con il tempo avrebbero imparato a volergli bene”.
“D’accordo. Domani andrò
a trovare sua figlia e vedere se ha qualcosa da dirci in più rispetto a quanto confessato all’interrogatorio”.
La donna ringraziò e se
ne andò.
Il giorno dopo Solo andò
in prigione a visitare la ragazza. Entrò nella sua cella, stava dormendo e
l’ispettore fece per andarsene, quando la ragazza iniziò a parlare nel sonno: "ti prego non ucciderci, non ti abbiamo fatto niente, non riveleremo niente a
nessuno, lo giuro …”- emise un grido e ricominciò a parlare con voce
straziante: “no, perché lo hai fatto, Thomas pagherai per questo …”- urlò e la
sua voce cambiò, diventò più distaccata, tutta uguale e disse: “si, sono stata
io ad ucciderla”. Smise di parlare e l’investigatore se ne andò.
Il giorno seguente
l’investigatore andò a casa del patrigno delle ragazze e bussò. Thomas gli aprì
e lo fece accomodare su una sedia.
Solo iniziò a parlare:
“buongiorno, vedo che ha preso bene la morte della sua figliastra”
L’uomo rispose: “tutti
dobbiamo morire prima o poi, è la vita, dobbiamo accettarlo”
“Dove Vittoria può aver
trovato l’arma per sparare ad Ilaria? Ma soprattutto perché l’ha presa?”
“Lo chieda a lei, perché
dovrei saperlo io?”
“Ieri sono andato a
trovare sua figlia, so che sei stato tu ad uccidere Ilaria e a far ricadere la
colpa su Vittoria, la mia unica domanda è perché lo hai fatto?”
“E bravo il mio
investigatore, come lo ha scoperto?”
“Vittoria è uscita
dall’ipnosi e mi ha raccontato quasi tutto, ha ancora paura di te, te lo ripeto
per l’ultima volta, perché lo hai fatto?”
“Beh, se si è svegliata
tanto vale che te lo racconti io:
avevano scoperto che
stavo con loro madre solo per i soldi e che appena fossi riuscito a farle
firmare un testamento dove lasciava i suoi soldi, le sue azioni, le diverse
case a me, l’avrei uccisa e avrei fatto ricadere la colpa sulle ragazze; quando
l’hanno scoperto hanno iniziato a ricattarmi, alla fine non ce l’ho più fatta e
ne ho uccisa una facendo ricadere la colpa sull’altra. Adesso sa tutto, mio
caro investigatore, ma non fa nessuna differenza perché oggi morirà.”
Tirò fuori la pistola e
in quello stesso istante un gruppo di agenti entrò e lo bloccò. Solo disse a
Thomas: “hai ragione, anch’io morirò, ma non oggi. Ho immaginato che avresti
cercato di uccidermi, quindi prima di venire qui ho chiamato la polizia nel
caso tu ci avessi provato e, a quanto pare, ho fatto bene. Portatelo via
agenti.”
Thomas fu portato in
centrale dove incontrò Vittoria che rubò la pistola all’agente più vicino e
sparò su di lui.
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