lunedì 17 febbraio 2020

Bianca a Forni 2020 - n.1

E sia. Un'altra gita. Tralasciamo i momenti dei saluti, e i genitori più o meno addolorati (o entusiasti) e partiamo. Pare tutto tranquillo, in corriera partono addirittura dei canti che inneggiano a varie forze dell'ordine. Questo sul "pompiere"...



Ma era solo il preludio a quanto ci aspettava. Fra giorni verdi e bianchi credo sia la settima volta che mi reco a Forni e mai ho assistito a un tale numero di rigurgiti... Volevo evitare di parlarne, ma alla fine la cruda realtà si è imposta al dovere di cronaca. Alle prime curve inizia lo show, e si parte nelle retrovie. Poi si passa ai primi posti, più prevedibile certo, ma non per questo meno disastroso. Non crediate che i prof abbiano assistito cinicamente a quanto stava accadendo: si sono sprecate quantità di fazzoletti e salviette e parole e gesti di rinforzo psicologico (certo, tutto a cose fatte). Insomma, i poveri protagonisti sono stati accuditi e ho visto prof aggirarsi dubbiosi per la corriera con sacchetti della spesa il cui contenuto lascio immaginare ai lettori.


Ma vabbè, anche questo è gita, inutile storcere il naso: il nostro trasloco a Forni non potrà certo fermarsi di fronte a un viaggio "ributtante". A guardare le valigie, infatti, il nostro soggiorno (avverto i genitori e la mia famiglia) potrebbe protrarsi a piacere.




E insomma, le piste le raggiungiamo, ma le foto della triste condizione nevosa le lascio a domani. Quindi, dopo aver tranquillamente distribuito 54 paia di scarponi, caschi e racchette, in mezzo ad un'altra comitiva di Campoformido che "aveva il tuo stesso identico umore, ma la divisa di un altro colore" (cit.), riusciamo miracolosamente a schierare i plotoni.

I miei momenti preferiti


Le classiche lamentele su scarponi, freddo, guanti persi, non ce la faccio, è l'unico sport che non mi piace ecc. non hanno potuto niente contro la necessità di produrre industrialmente giovani sciatori, come testimonia il video 



Ma alla fine, a riprova che dobbiamo insistere e buttarli nella mischia (metaforicamente, ma anche no), dopo due ore di sci, per molti le prime della vita, tutto appare migliore.


Nel frattempo, il prof è libero di ammirare l'ultimo acquisto dell'Ic Pavia (per chi aveva dubbi sull'uso dei fondi raccolti col mercatino natalizio): ecco a voi il TR8, un maneggevole cannone, ultimo modello, col quale saranno rispediti a casa gli alunni indisciplinati.

Ore 17.50. Siamo in hotel da un'oretta. L'atmosfera è tranquilla. Ci aspetta la cena e una lunga serata. Stanotte vi aggiornerò.

Eccoci qua: 23.50. Quando scrivevo "stanotte" non intendevo così tardi...quindi perdonate la velocità della cronaca. Prima di cena c'è stata la lezione sulla sicurezza sugli sci e il salvataggio in caso di valanghe (che non è propriamente un rischio attuale sulle piste da noi frequentate ma comunque è utile)

Dopo cena il mio gruppo si è fatto portare da Laura e Pierino in giro per Forni, con messaggi da decifrare e storie fornesi fra il leggendario e il naturalistico

Il tutto inizia alla luce di addobbi fuori tempo massimo


Antichi riti pagani. O lezioni sugli ungulati?
Ad ogni indicazione, i nostri si fiondavano nella notte carnica, a volte senza sapere bene dove e perchè, giusto per l'innegabile piacere di una corsa notturna...




Ore 00.02: siamo già al giorno 2. I corridoi paiono silenziosi. A domani, per le fangose piste e altre imprevedibili avventure. E grazie a chi ha lasciato un commento!

4 commenti:

  1. In attesa di altre avventure, ringraziamo per averci resi partecipi di questi momenti

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  2. Un ringraziamento ai "prof" per l'impegno e dedizione che riservano ai nostri figli, che va oltre alla raccolta differenziata odierna.

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  3. Leggere questo blog è sempre uno spasso!!!!! Grandi, grazie e buon divertimento a tutti.

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  4. Bellissime le cronache di Forni! Grazie di renderci partecipi

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